Madama Butterfly

Posted by on Jul 31st, 2012 and filed under Spettacolo. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Madama ButterflyUna sera d’estate del 1900 Puccini aveva assistito al dramma in un atto di “Madama Butterfly”.
Pur non comprendendo una sola parola d’inglese aveva seguito la vicenda con vivo interesse fino al punto di recarsi, alla fine della rappresentazione, con le lacrime agli occhi, nel camerino di David Belasco. Dopo averlo abbracciato fortemente, lo pregò di concedergli l’autorizzazione di musicare quel soggetto che tanto lo aveva emozionato.
Insieme a due grandi poeti come Giuseppe Giacosa e Luigi Illica che procedettero a stendere il libretto, il successo avrebbe dovuto essere sicuro, ma…

Nel 1904 il lavoro era concluso, le attese erano tante se pensiamo che alla fine della prova generale l’intera orchestra si era levata in piedi per rivolgere una grande ovazione al maestro.
Il giorno della prima tuttavia qualcosa andò storto. Tito Ricordi nel voler emulare la scenografia che Belasco allestì per l’Herald Theatre di New York, volle mettere in ogni angolo del palcoscenico nidi di uccelli che avrebbero dovuto cinguettare “all’alba”. Il tutto si tramutò invece in un solenne schiamazzo producendo una gazzarra di risate e fischi da parte del pubblico.
Non fu questo tuttavia il vero motivo dell’insuccesso. Qualche critico l’attribuì ad una claque pagata dai rivali del maestro.

 Quali furono i motivi del fiasco in effetti, a noi poco importa. Da oltre cento anni il pubblico accorre e soffre per quell’ingenua fanciulla illusa da quell’essere squallido.
A quanti infatti non viene la lacrimuccia quando Butterfly pronuncia: “Vogliatemi bene, un bene piccolino, un bene da bambino?”
Una fanciulla di quindici anni nell’età dei giuochi da una parte ed un uomo scellerato dall’altra.
Da una parte una fanciulla sognatrice, ancora adolescente, che vuol vivere la sua storia d’amore, dall’altra parte Pinkerton con i suoi desideri. 
Il pubblico percepisce questi due lati contrapposti del duetto d’amore che chiude il primo atto.
Il secondo ed il terzo atto sono un crescendo di emozioni.
Non è solo l’aria Un bel dì vedremo ma frasi semplici come quando fanno il loro nido in America i pettirossi? Oppure: Chi vide mai a bimbo del Giappon occhi azzurrini? Tengono il pubblico in una continua tensione fino a culminare nella morte dell’illusa fanciulla.
Dobbiamo ammettere che Puccini ha saputo giocare bene le sue carte. Gli ingredienti sono quelli giusti e ben dosati.
 
Negli ultimi anni quest’opera è stata maltrattata da registi geni delle scene. Qualcuno ha addirittura trasferito l’azione in una casa di tolleranza di Nagasaki.

 
 
Alessandro Scardaci

Comments are closed

È vietato l'uso delle immagini e dei testi non autorizzato.
© 2016 Associazione Akkuaria
Associazione Akkuaria Via Dalmazia 6 - 95127 Catania - cell 3394001417
Registrata Ufficio Atti Civili di Catania il 3 maggio 2001 al n.ro 6010-3 - C.F. 93109960877
scrivi a: veraambra@akkuaria.com