Donne in politica

Posted by on Oct 14th, 2012 and filed under Attualità. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Per rafforzarsi una rappresentanza femminile e dare un nuovo impulso alla partecipazione politica, occorre innanzi tutto abbandonare l’agnosticismo, che prevale nelle associazioni femminili, nelle organizzazioni femminili dei partiti e dei sindacati.

Insomma le italiane devono destarsi, per ottenere nuovi spazi, anche in politica, senza piangersi più addosso con patemi degni delle proprie nonne, in un passato in cui le donne decidevano di non mostrarsi politicamente e socialmente.

Rare erano le donne in altri settori, soprattutto nell’arte, ove le donne artiste erano considerate delle scellerate con troppi grilli in testa. Artemisia Gentileschi, figlia d’arte del padre Orazio, fu la prima donna artista ad entrare in Accademia e credetemi ho visto e rivisto mostre a Roma in suo onore e sono rimasta incantata, trovandola ancor più grande del maestro Caravaggio, a cui è stata paragonata.

Poiché la popolazione italiana si presenta ancora molto legata alla tradizione, prima di adottare dei provvedimenti legislativi, sarebbe forse più opportuno procedere ad una minuziosa campagna di sensibilizzazione nei confronti di tutta la collettività, in tutti i suoi aspetti.

Per costruire una società basata sulle pari opportunità per l’uomo e la donna, bisognerebbe puntare i riflettori proprio sull’uomo e la donna di oggi, con i loro problemi, esigenze, opportunità ed intelligenze diverse. Partire da questi due nuclei distinti ed inscindibili, per un futuro di sostanziale eguaglianza è la priorità di uno Stato democratico.

Pertanto sulla base dell’esperienza di altri Paesi europei, che rispetto a noi sono all’avanguardia, si possono trarre utili suggerimenti, per coinvolgere in un dibattito quanto mai attuale tutte la parti in causa. In questa direzione, si possono promuovere sondaggi, osservatori statistici, i cui risultati dovrebbero essere divulgati periodicamente, come autentici studi su cui riflettere. Si organizzeranno poi convegni e conferenze sul tema scottante e quanto mai attuale del ruolo delle donne in politica in maniera critica e propositiva, così da dare al cambiamento una direzione, che sia quanto più possibile vicina alle esigenze della popolazione, che vuole una partecipazione al femminile in politica. Invece c’è chi ancora snobba una donna che decide di entrare in politica, soprattutto nella nostra Sicilia.

Accanto a queste iniziative, che incidono sul piano culturale, sarebbero da prendere in considerazione ulteriori progetti anche sul piano legislativo. In questo caso, l’esempio fornito da alcuni Paesi europei, come la Gran Bretagna e la Svezia , può costituire un valido punto di riferimento a favore della presenza femminile nelle istituzioni, calandole al caso italiano, all’interno di un contesto politico ben delineato. Si dovranno creare dibattiti sulla riforma costituzionale ed istituzionale incentrati sulla democraticità ed eguaglianza.

I motivi per i quali le donne sono per lo più assenti nelle istituzioni rappresentative sono diversi e dovuti maggiormente a fattori socioculturali, per cui vanno analizzati e incoraggiate nel contesto storico, in cui stiamo vivendo.

Non si tratta più di rivendicare diritti negati, come avveniva negli anni ’60 e ‘70. Piuttosto, si tratta di educare su questo problema l’opinione pubblica per modificare una cultura politica, che, ancora oggi, considera l’uomo il legittimo protagonista della gestione politica del paese. La sensibilizzazione deve essere continua e non solo in coincidenza delle elezioni politiche e poiché si tratta di cambiamenti, occorrerà molto tempo, prima che le conquiste degli anni passati vengano interiorizzate, e prima che le donne entrino a far parte in modo costante e massiccio del mondo politico, da cui si sono allontanate quasi volontariamente. Infatti, se da una parte ci sono una serie di difficoltà oggettive, che ostacolano l’ingresso di una donna in politica, dall’altra si è andata affermando una sorta di autoesclusione, che ha portato le donne ad intraprendere strade non ufficiali, dal contenuto politico elevato.

Tuttavia, l’autoesclusione può essere considerata anche come una conseguenza dell’esclusione subita dalle donne a livello istituzionale, e ciò è servito agli uomini per darsi delle “scuse” nei confronti delle donne così apparentemente non interessate alla politica nostrana.

La sfiducia e la frustrazione, scaturite dallo “scontro” contro un muro di gomma, hanno alimentato elaborazioni politiche alternative e degne di essere prese in considerazione. L’esperienza delle donne nelle amministrazioni locali, l’impegno civile nelle strutture religiose, educative e di volontariato sono diventate degli importanti punti di riferimento, per il ritorno di una politica più a misura d’uomo, attenta ai mutamenti del cuore, con un’anima pulsante che solo da una donna può arrivare.

Le donne, infatti, sono molto presenti nelle organizzazioni di utilità sociale, di volontariato che agiscono direttamente sul territorio. Il contatto con delle realtà, come la scuola, la parrocchia, gli ospedali, maturato durante le propria esperienza personale di figlia, moglie e madre, ha dato alle donne una singolare capacità di analizzare la società, per capirne i problemi e tentare di risolverli.

La scelta delle donne si è dunque spostata in altre sedi politiche e a livello locale sono dominanti sul territorio, riuscendo ad interpretare le necessità della comunità di riferimento e, nei limiti imposti dalle risorse disponibili e dai vincoli legislativi, di soddisfarne le esigenze.

Il contatto con la comunità, il mutuo scambio di opinione tra rappresentati e rappresentanti assume una dimensione più umana e concreta, con un’identità riconoscibile che non si perde nell’impersonalità di dimensioni più vaste, con calcoli matematici complessi. Ciò ha creato un terreno fertile per l’azione politica delle donne, molte delle quali arrivano dall’associazionismo, dal sociale interventismo informale che per lungo tempo hanno praticato nell’ombra ed oggi trovano una loro collocazione, secondo un modello autentico e propositivo. Le donne vogliono essere in prima linea e sono fortemente motivate per una strategia politica interessante ed alternativa, frutto delle loro intelligenze continuamente abituate a fare i conti con famiglia,  problemi esistenziali, sociali, economici, strategici.

Le donne sanno di essere ancora una volta la risorsa di un paese che vuole il cambiamento e dimostreranno di esserlo.

Maria Tripoli

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