Si è svolta ieri, 27 marzo 2025, presso i locali del GAM, in via Castello Ursino, la presentazione del libro di poesie di Rita Maria Coppa, La Dea dalle dita di rosa.
L’evento ha visto una partecipazione attenta e interessata, confermando quanto la poesia possa ancora toccare le corde più profonde dell’animo umano. La serata è stata condotta da Antonella Russo, docente universitaria, che con sensibilità e competenza ha accompagnato il pubblico in un viaggio attraverso i versi dell’autrice, letti da Rossana Quattrocchi.

La raccolta si presenta come un invito al viaggio più entusiasmante e significativo che si possa intraprendere: quello dentro sé stessi. Un cammino che spinge il lettore a esplorare la propria interiorità con maggiore profondità, liberandosi da schemi limitanti e aprendosi a nuove consapevolezze.

In ognuno di noi esiste un’aurora silenziosa, una luce che attende solo di essere risvegliata. È attraverso la riscoperta di questa dimensione sacra che possiamo ritrovare noi stessi, riconnetterci con la nostra essenza più autentica e abbracciare la bellezza della trasformazione interiore.

Il libro affronta temi profondi legati alla crescita personale e all’evoluzione dell’anima, percorsi che spesso si manifestano attraverso prove iniziatiche ed esperienze di cambiamento. L’approccio adottato è quello della psicologia archetipica immaginalista, una prospettiva che ci riporta alla mitopoiesi e all’ascolto profondo dell’anima, nonché del Daimon che abita in ciascuno di noi. Questo viaggio poetico non si limita a un’esperienza intellettuale, ma diventa un vero e proprio strumento di risveglio interiore, un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra la razionalità e il mistero.

Le poesie, insieme alle riflessioni e alle diverse trattazioni, si rivolgono direttamente al cuore e alla psiché di chi desidera riscoprire la propria vera natura, spesso dimenticata nella frenesia della quotidianità. Ogni verso si fa specchio di emozioni universali, capaci di risuonare nell’intimo del lettore, offrendo spunti di meditazione e crescita spirituale. Con un linguaggio evocativo e simbolico, l’autrice ci guida verso la riscoperta della nostra dimensione più profonda, restituendo alla parola poetica la sua funzione di cura e trasformazione dell’anima.