«Più del giorno ti stupirà la notte» sussurra la Maria di Erri De Luca nel suo immenso capolavoro, In nome della Madre, pagine silenziose di un amore coniato a misura d’uomo ma proveniente da un Dio che si è promesso agli uomini, individui che con le idee coniano l’Universo e raccontano, con empatica promessa, una fiera dedizione al racconto.
Il Memorial Sebastiano Vasta, appena concluso, lascia dietro sé un’impronta di sana cultura suddivisa equamente, fra una narrativa plastica e una poetica infinita, offrendo un’occasione di riscoperta letteraria per i molteplici operatori culturali che attendono, valutano, ricercano i nomi della narrativa e della poetica futura.
Il concorso letterario, che mi ha vista nel ruolo di Presidente di Giuria per la Sezione di Narrativa, ha contrassegnato l’impegno molteplice della commissione, un serio lavoro di coordinazione dei lavori - con turni di letture critiche dei testi – l’attribuzione sintetica di un giudizio che definisse, per l’ammissione in finale, solo le novelle che avessero ottenuto una valutazione pari al nove con modalità congiunta.
La finale valutativa, un cardiopalma emotivo con mille anime nel cuore e sogni diversi, notte dopo notte, prevedeva il riesame testuale che accoglieva finestre con personaggi, ruoli e luoghi potenti, tali da imporre la propria determinante presenza nella mente della commissione esaminatrice.
Riemerge ancora la citazione di De Luca con un rimando, ideale e catartico, alle oscurità mescolate alle letture afose, rigirate, discusse, amate, discorsi che stupiscono per la bellezza e che regalano, fogli su fogli, un’aurea barca di millenari sapori e vie misteriose intrise di sapori.
Le trasparenze di scrittori, novellieri, narratori del tempo presente sono divenute flusso alternativo, straniante, tale da donare ai lettori attenti una scelta e una dedizione all’antro narrativo offerto in concorso.
Un impegno cogente con il futuro, un concorso letterario con cuore e ragione che ha adottato, quale principio necessario, un’offerta ricchissima proveniente da luoghi diversi, originari, nazionali, alcuni soggetti scritti da cittadini stranieri, pagine cariche di evoluzioni fantasy, di impegno nel capire ciò che la vita poteva comunicare e, finestre dopo finestre, ritrovarsi ad immaginare le pagine candide della meravigliosa vita altrui: un professore, una guerra, viaggi verso l’oltre e un furto risarcito in umanità.
Un dono di responsabilità condivisa, un impegno strutturato con i compagni di avventura letteraria, una giuria di qualità composta da Nicoletta Filippini Rubei, Davide Spampinato e Linda Minnella.
Un esercizio formativo, aderente al percorso strutturato all’interno dei Percorsi Itineranti che, della lettura di testi inediti, mi coinvolge come quotidiana conoscitrice.
Sillabati, all’ombra delle speranze e delle attese, intimorisce, stordisce ma fa riflettere il tanto amore profuso attraverso le parole, per poi ritrovarsi, inconsapevolmente, un pezzetto di narrazione, appiccicata e gioiosa, nella mente di una lettrice chiamata a scegliere soddisfacentemente il miglior stile letterario qui, in città.
M’inebria e mi sconvolge.
Appuntamento alla prossima edizione del Memorial Vasta.
Grazia Maria Scardaci