La fille du régiment

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Grande successo al Teatro Massimo Bellini dell’opera donizettiana la fille du régiment.
L’allestimento storico di Zeffirelli si dimostra sempre efficace e altrettanto efficace è la regia ripresa da Marco Gandini.
 I costumi ripresi da Anna Biagiotti e le scene Naif danno allo spettatore una ventata di vivacità e lo trasportano in una piacevole favola.
Marie, la protagonista, è interpretata dal soprano Jessica Nuccio che ha regalato dei momenti ricchi di colore, ma anche di calore: ha saputo farci commuovere in Par le range et par l’opulence – Salut à la France! Decisamente una bella voce che ci auguriamo di risentire in altre rappresentazioni del nostro Teatro.
Richiesta di bis al tenore John Osborn per Ah, mes amis, quel jour de fête, con gli otto acuti successivi. Non ci soffermiamo su sterili dissertazioni sul falsetto sì e falsetto no. L’artista, che ha dimostrato doti vocali di notevole pregio, ha saputo dare alla parte un’interpretazione ricca di sentimento (secondo atto).
Sulpice (basso buffo) ha saputo dare una nota di simpatia al personaggio.
Madelyn Renée (mezzosoprano) è stata abbastanza aderente al personaggio della Marchesa di Berkkenfield. Ha saputo ben interpretare le parti dei recitativi parlati e si è dimostrata abbastanza padrona dei movimenti scenici. La sua comica entrata nel primo atto durante la preghiera, ben declamata dal nostro coro, non ha intaccato quel momento di spiritualità.

Lo stesso possiamo dire Di Francesco Palmieri nella parte di Hortensius.

Molto bravo, infine, Ernesto Tomasini nei panni de ‘La duchessa di Krakenthorp’ che seppure con una breve performance l’ha saputa rendere abbastanza bene.
Il coro è stato magistralmente diretto dal maestro Luigi Petruzziello.
Molto equilibrata l’orchestra diretta dal maestro Giuliano Carella che ha saputo abbastanza bene fondere la parte vocale con la parte strumentale. Non sempre questo accade.
Il Teatro Bellini ancora una volta non ha deluso gli spettatori, e ci auguriamo che sarà così per la prossima opera e la prossima stagione, in un periodo in cui l’opera lirica è calpestata da artisti di basso spessore culturale che pur trovano degli spazi.

Alessandro Scardaci

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