La storia di Salvatore Rodolico Tesoro Umano Vivente

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La luce di Villa Fortuna apre un varco fra cielo e mare, passaggi e anfratti del Verga ritornano come risorse umane a respirare un tempo proprio.
In un venerdì di ottobre, a Villa Fortuna in Acitrezza, raccontiamo la storia del patrimonio immateriale della Regione Sicilia Salvatore Rodolico, della sua maestria attraverso la storia documentata di quattro generazioni dedite alle costruzioni navali e, quasi con la percezione di un resistente presente, l’ascolto rivela il remoto delle tecniche che viene coniugato all’efficacia delle costruzioni.
Parliamo della splendida famiglia Rodolico, di una passione antica che ha trovato rifugio nelle arti e nella volontà di preservare e tutelare il prestigioso ruolo sociale degli intagliatori del legno per realizzarne resistenti barche da pesca.
Il Centro Studi Acitrezza ha raccolto la forte eredità del cantiere Rodolico promuovendo, attraverso la divulgazione creativa, il bisogno di estendere le tradizioni passate in virgulti di performante contemporaneità, attraverso parole d’oro che il Maestro narra all’uditorio con occhi che brillano.
Osserviamo una intervista dentro l’intervista; l’una proiettata in cineforum, condotta da Grazia Maria Scardaci fondatrice de “I Lettulandi“, che si somma al racconto documentato in presenza attraverso una dimostrazione laboratoriale cooperativa.
Nel filmato, la vita professionale del Maestro d’Ascia Salvatore Rodolico scorre in quattro distinte sezioni, le storie risultano ancorate e solide, forti di un tempo narrativo perpetuato, visibili sul canale “I Lettulandi”

https://youtu.be/PE40oRj2OIg?si=DJpd69qccM8wFzdm

L’intervista pubblica diventa interattiva e risonante e con i presenti, integrata anche dagli strumenti professionali del Maestro che offre una efficace dimostrazione della calafatura.
La passione che emerge da un uomo forte di spirito, certo della sua professionalità, è il punto e la caratura che raccoglie la dimensione locale e la tutela della tradizione.
Un sostegno forte e unanime di numerosi artisti di Acitrezza, fortemente motivati alla salvaguardia della tradizione della costruzione cantieristica, quali Massimo Vittorio che ha documentato attraverso la fotografia l’energia della creazione che dal legno giunge alla nascita di barche con un’anima visibile.
“Il triplice suono di saluto” apre i lavori attraverso il vibrato unico della brogna di Giovanni Grasso, autentici risuoni che nel tempo hanno costituito il telefono senza fili del mare.
La Graphic-Novel, di Grazia Nicotra, ha integrato il fumetto alla tradizione attraverso il racconto scolpito in immagini di efficacia notevole, attraverso parole trasversali di intese fra identità e memoria condivisa.
La prosa dei Malavoglia ritorna nel racconto del salvataggio della “Provvidenza”, recuperata dal mare per trasformarla in barca da scogli, narrata dalla meravigliosa voce di Rita Foti dell’Associazione Fantasticheria, rientrando nella narrazione la funzione sociale del Maestro d’Ascia nella Acitrezza verghiana.
Un salvataggio atteso, attraverso mani d’artigianato, dall’inutile al funzionale salvando l’imbarcazione dal diventare legno da ardere.
L’intensità delle Klostes – ensemble musicale composto da Luisa Biondo, Eleonora Bonincontro, Anna Castrogiovanni e Novella Novelli – con un brano scritto e dedicato allo “Zio Turi”, ha aperto mente e cuori trasportandoci in un sognante mondo di emozioni a colori vibranti, con metriche asciutte, dritte come onde di mare lucente in agosto.
Il Maestro Salvatore Barbagallo, assoluto pittore strutturalista, mutuando l’arte della costruzione delle barche, ascoltata dai racconti del Maestro d’Ascia, ha reso il vissuto iconico riportando l’artigianato della costruzione navale in un dipinto che, successivamente, ha donato alla famiglia Rodolico.
Vera Ambra, fondatrice di Akkuaria, organizzatrice instancabile di eventi culturali straordinari, ha concluso la manifestazione aprendo a nuovi appuntamenti che vedranno ancora la cultura Acitrezza compagna di narrazione.

Grazia Maria Scardaci

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