“Qualunque cosa pensata è possibile” fa dire ad un suo personaggio Cesare Zavattini e il possibile si è davvero concretizzato.
Il 12 maggio, in piena campagna per Il Maggio dei Libri, presso la Sala Marchesi del Palazzo della Cultura, un fiume in piena ha occupato tutti posti.
Amici, colleghi, compagni di vita di Vera Ambra sono accorsi per ascoltare la conversazione sul suo operato, la narrazione del tempo che ha fornito alle molteplici umanità, l’istante culturale declinato nei decenni catanesi.
Non è semplice raccontare i volti, i sorrisi spontanei, il ciclo e il rientro dei numerosi amici che hanno costituito il quotidiano della poetessa e scrittrice catanese.
Vera legge le persone come se fossero libri, accetta le perifrasi, raccoglie le sintassi e ne declina i modi e i tempi.
Vera Ambra è una colonna portante, forte e autentico mistero del sogno culturale di una città nascosta, sommersa ma vivace, sempre all’ombra degli altri mondi ma pur sempre originale.
L’incontro, organizzato in partnership con alcune realtà culturali del territorio quali, I Lettulandi, La sognatrice con le trecce e l’unica e fondamentale Akkuaria che ha dato vita alla diffusione digitale del libro quando era una esclusiva realtà libraria.
Akkuaria, creatura di Vera, sua dimensione in molteplici realtà costitutive.
Eppure, Vera è poesia, genuina e autentica rima, verso, cifra del passato e presente poetico conosciuto e, fra le molte voci che si alternavano sino all’imbrunire nel tempio della Cultura, instancabili si cercava di vivere i creati di quelle emozioni, quali uniche parabole di un racconto felice, di una favola moderna che porta la riconoscenza a verità assoluta.
Giunti ai saluti, il soffermarsi sulla porta del Palazzo della Cultura ha chiarito il bisogno necessario della comunicazione.
Vera Ambra, ha incarnato la comunicazione globale quando il mondo era locale.
Un reading poetico a mille voci, immagini fluttuanti intrappolate fra gli schizzi del Maestro Salvatore Barbagallo che ha dato corpo e anima alla dimensione umana che si respirava.
Un sold-out emotivo, cosa chiedere di più?
Grazia Maria Scardaci