Le voci risuonano all’interno dell’Antica Libreria in attesa, come in una gestazione, di ascoltare il suono della vita.
Il canzoniere di Valentina Giua prende forma, inizia il suo viaggio all’interno della parola, diventa pensiero unico, maiuscolo, ma si fa collettivo fra i lettori e gli ascoltatori presenti.
All’interno di un magnifico luogo, dedicato a tutte le dimensioni possibili di un libro, il viaggio emotivo della Sognatrice con le trecce concretizza l’idea poetica che ha meditato nella ricerca dei suoi attimi, nei passaggi del suo animo.
Le poesie vivono solo quando trasmigrano fra i vissuti degli intervenuti, intrappolate spesso fra parole difficili da sciogliere, silenziose compagne delle nostre emozioni.
Conversando con Valentina Giua, in modo naturale e immediato, è emerso il percorso che ha condotto alla sua poetica, l’attesa maturata del suo sentire in attimi difficili della sua vita, concretizzato poi in assonanze vicine alle tematiche sociali, dell’amore, della ricerca del senso cristallino in ogni atto nel quotidiano.
La poetessa e scrittrice Vera Ambra ha ricordato il valore della poesia assolto all’interno di ognuno di noi, il valore di un “Io “che è nascosto all’interno delle paure nell’esposizione, l’idea di un’arte salvifica magnificamente commista alle creazioni artistiche del Maestro Salvatore Barbagallo che ha offerto in istantanee cromatiche delle nostre parole.
Le poetiche di Valentina Giua hanno attraversato i lettori, risuonato come casse armoniche nel sentire del pubblico, emozionato nei significati che ognuno ha offerto della propria lettura.
Una bussola per quel viaggio iniziale che segna l’inizio di un tempo di ricerca, di ascolto, finalmente di poesia.