Gran successo al Teatro Massimo Bellini per un’opera di non facile realizzazione e per una partitura spesso di difficoltosa esecuzione. Ma la regia di Michele Mirabella, veterano in fatto di opera, e la direzione d’orchestra di Beatrice Venezi sono state una carta vincente per un’attuazione del lavoro, che di fatto ha lasciato abbastanza contento il pubblico catanese di gusti alquanto difficili.
La regia di Michele Mirabella è stata originale, pur senza abbandonarsi ad assurdi allestimenti ambientati in epoche da definirsi con i protagonisti in giacca e cravatta e le protagoniste in minigonna o altre scelleratezze che non possono far altro che infastidire l’amante di opera. Mirabella nei suoi allestimenti dimostra che si può essere innovativi rispettando i tempi e i luoghi imposti dal libretto e la partitura. Nella sua messa in scena vi è uno studio approfondito del carattere dei personaggi, come possiamo ben notare, ad esempio, nell’adolescente Cherubino carico di ormoni, che spasima accanto a tutti i personaggi femminili, o Figaro, che con le sue furbe trovate, alla fine riesce ad essere il personaggio più dignitoso della vicenda. Se negli autori dell’opera, Da ponte per il libretto e Mozart per la musica, vi era l’intenzione di deridere l’aristocrazia e far figurare i servi più nobili dei padroni, Mirabella centra la questione e la risolve.
La direzione dell’orchestra è stata equilibrata e ben armonizzata con il cantato e una squisita aderenza tra la musica e i movimenti scenici.
Bei colori nelle scene che danno anche un senso di spazio allo spettatore come pure eleganti sono i costumi.
Un cast di prim’ordine dove spiccano, non solo per le loro qualità canore, ma anche per presenza scenica, una simpatica Susanna e un avvincente Figaro, l’infelice contessa di Almaviva e un autoritario conte.
In definitiva uno spettacolo di alta qualità che insieme ai precedenti, contribuisce ad un decollo del nostro teatro, che per lo spessore delle rappresentazioni, non ha nulla da invidiare ad altri più noti solo perché più propagandati dai media.