Henri Raoul Bergez nasce in Francia alla fine degli Anni Venti, a Bordeaux. Già il suo luogo di nascita, sul mare, sarà paradigmatico della sua natura di uomo libero, inesausto, inquieto: proprio come le onde che bagnano Bordeaux. Mosso da una inquietudine rimbaudiana, a soli quattordici anni lascia la famiglia e la casa e parte alla volta di Parigi, affamato di vita.
Affiancato da amici di strada che lo aiutano nel suo percorso di crescita, ha inizio un’esistenza degna di un romanzo di Conrad, con la semplice differenza che è incredibilmente accaduta. Nella Francia occupata partecipa alla Resistenza contro l’invasore nazista; vede compagne e compagni di lotta morire intorno a lui ma non arretra di un passo, diventando un simbolo di coraggio e di audacia in quel periodo oscuro. Finita la guerra, si guarda intorno: quegli anni lo hanno segnato, dentro e fuori, gli hanno lasciato ferite profonde. E allora, quell’uomo senza requie, incapace di una vita rassegnatamente borghese, si arruola nella Legione Straniera, e poi finito il periodo di ferma, ancora una volta attirato dalla voce dell’amato mare, diventa prima pirata, poi contrabbandiere, tra le sponde dell’Africa settentrionale e le coste italiane. In tutta questa vertiginosa parabola conosce il carcere e rischia la morte nella sua continua sfida ai finanzieri italiani. Dunque partigiano e legionario, pirata e contrabbandiere, eroe e antieroe. Angelo caduto, per sua stessa ammissione, seppure con un preciso codice d’onore. A rendere ancora più intrigante la vicenda di Henri si staglia la figura di un sosia positivo, una sorta di alter ego che la Francia celebra come suo figlio migliore: André Bergez. Luci e ombre di un uomo che non ha mai conosciuto requie, spinto dai suoi fantasmi a cercare una vita estrema, sempre sul filo. Il libro è idealmente diviso in due parti: la prima che vede i primi passi dell’adolescente Henri nella Parigi del tempo, la sua vocazione libertaria e indomita alla Resistenza cui fa fa da sfondo una ricostruzione necessariamente sommaria ma puntuale degli accadimenti bellici del continente; la seconda dedicata alla parte esotica e rocambolesca della vita del Nostro.
L’ultimo lavoro di Vera Ambra che, per la sua costruzione ricorda più la sceneggiatura di un docu-film che un romanzo tradizionale, ci regala una piccola grande storia dentro il fiume inarrestabile della Storia.
Carlo Landriscina