Ho appena finito di rileggere il libro per la seconda volta. I trent’anni dei BOXbeat appena compiuti e celebrati, in uno a tutte le Bands di quell’incredibile periodo, nell’opera prima del nostro Autore ed Amico Davide Spampinato che s’intitola – coincidenza! – “Trent’anni di Musica Ribelle a Catania 1970-2000 – Storie di Ordinaria Rockfollia”.
Trenta in quei trenta! Ci siamo anche noi ed è veramente un onore e motivo d’orgoglio essere ricordati in mezzo ai numerosissimi e validissimi gruppi che hanno attraversato quel momento di riscatto artistico e culturale, fermento che era certamente mainstream in una Città, la nostra Catania, che tanto ha dato alla musica indipendente italiana (e non solo).
Davide, con precisione didascalica, passione, memoria e amore, si è fatto e ci ha fatto davvero un bel regalo, mostrandoci materiale e reperti “storici” sapientemente cuciti ad una narrazione quasi romanzata che, facendo nomi e cognomi, ripercorre trent’anni di musica suonata, vissuta, urlata, sudata, disperata, ricordata e mai dimenticata. Non esistono, nel panorama italiano, simili esempi né in letteratura – nessuno, che io sappia, ha mai scritto un libro sui gruppi e sulla musica di piazze altrettanto prolifiche come Milano, Torino o Roma – né in campo musicale.
La Sicilia in generale e Catania in particolare, in quel periodo, ha partorito un quantitativo di Bands ed una tale diversità di generi che non hanno pari in Italia. Questo libro ed il suo appassionato Autore ci lasciano questa meravigliosa testimonianza. Un libro mai melanconico, da leggere e rileggere tutto d’un fiato, non solo per gli addetti ai lavori o per i musicisti o per coloro che in questo libro vengono ricordati, ma un libro per chi ama la musica, per chi vive di musica, nutrimento dello spirito.
Non si strugge nei ricordi di quello che fu: Davide ci accompagna lungo un percorso catartico alla fine del quale ricorda a tutti che senza quel passato non ci sarebbe questo nostro presente, sicuramente diverso, complesso, forse più arido. Ma non tutto è perduto, se non fosse per il tempo che è trascorso con la sua inesorabile naturalezza. Se è stato possibile pubblicare questo libro, se a distanza di tanto tempo la “memoria” è ancora talmente “viva” e “vivida” ai nostri occhi e nei nostri cuori, allora quel passato si compone necessariamente di questo presente. Quella disperata urgenza comunicativa di un centinaio di ragazzini poco meno che ventenni è parte del nostro DNA se solo considerassimo, almeno per un momento, che molte di quelle Bands tanto ben celebrate e ricordate da Davide e molti di quei Musicisti, ancora oggi, fanno quello che sanno far meglio: suonano! Per dirla con Cesare Basile e con la sua bellissima prefazione, “è nel presente che l’utopia si rivela e si realizza. Nel presente si fa creatività, istinto di libertà, trasformazione dell’esistente. In quel presente ognuno di noi ha fatto la sua parte mettendola a disposizione di tutti, spesso senza rendersene conto”.
A ricordacelo ci hai pensato tu! Grazie Davide, il tuo libro è una carezza all’anima.
Giuseppe Testa