Il sogno di un amore che poteva essere e che non è stato, di quelli che si imprimono nel cuore come tatuaggi sulla pelle, struggenti ed indimenticabili perché vissuti con l’ardore della giovane età.

Ci sono destini che si realizzano, altri che fluttuano senza concretizzarsi mai. Sono gli anni ’70 in una Sicilia in pieno boom economico, palpabile nell’aria è il desiderio di rinnovamento, ma usi e costumi restano ancora difficili da sradicare.

Lui, un giovane dj, approdato ad una nascente emittenza radiofonica grazie ad un amico, dopo avere abbandonato il sogno di vestire un giorno la maglia rossazzurra, a causa di un incidente al menisco.

Un mondo affascinante che cattura, ammalia e che offre l’opportunità di ascoltare e trasmettere musica, dialogare con gli ascoltatori e dove crescere lavorativamente. Insomma un nuovo sogno da coltivare.

Lei, Rosa, un’ascoltatrice di appena quindici anni, ma che dimostra più della sua età per la profonda cultura musicale e per le proprie idee.

Si conoscono attraverso il programma radiofonico che il ragazzo conduce ed iniziano a parlare, a raccontarsi, ad intendersi.

Si scoprono affini nei gusti, decidono di rimanere in contatto.

Con il trascorrere del tempo, si accorgono di non potere fare a meno di sentirsi.

Ha inizio, così, un gioco di ingenua seduzione da parte della giovanissima ascoltatrice che riuscirà a coinvolgere mentalmente il ragazzo.

Bella, bionda, occhi color oliva, fisico da modella, benestante, così Rosa si descrive al ragazzo, con l’abitudine di denudarsi appena a casa, nell’intimità della sua camera, come a volersi liberare di tutti i condizionamenti che la circondano, a cominciare dalla sua famiglia, ostinatamente ancorata a idee e consuetudini del passato e con la quale litiga spesso.

Non per niente Rosa, rinunciando a vivere nella bella villa dei genitori benestanti, si rifugia spesso dalla nonna che, nonostante abiti in un quartiere popolare della città, riesce ad essere più sopportabile della sua famiglia.

Tra i due ragazzi non c’è nessun rapporto se non quello delle parole, e mentre Rosa confida all’amico le sue delusioni amorose e la volontà di non volersi più legare emotivamente, si fa strada, lentamente, in entrambi, un sentimento che cresce fino a spingerli alla decisione di volersi conoscere.

Ma la conoscenza è possibile solo in lontananza, per via del rigore familiare che condiziona Rosa.

I due giovani non avranno mai l’occasione di sfiorarsi, sarà una conoscenza fatta di sguardi, di appostamenti, giusto per scoprirsi i tratti del viso, le fattezze, piacersi.

Il giovane dj ne resta folgorato perché Rosa è veramente bella come dice di essere.

Ma Rosa nasconde una verità diversa dalla ragazza disinibita e volitiva che racconta di essere, vittima di una mentalità siciliana retriva che la imprigiona dentro degli schemi, una mentalità che costringerà i due giovani a non cavalcare il loro sogno.

Come una rosa mai colta ma coltivata con cura, l’emozione di quel sentimento si manterrà immutato negli anni in entrambi.

E quando la vita li farà ritrovare, cambiati ma pur sempre ancora con il loro sogno nel cuore e con la possibilità di cambiare i loro destini, saranno ancora gli schemi ed i pregiudizi di una società che non concede sconti, a decidere delle loro vite.

O forse quell’amore tanto vagheggiato si sarà ormai logorato.

La prosa è scorrevole, lo stile semplice ed  essenziale.

Rimane il dubbio se sia la nostalgia o la rabbia ad animare la prosa, ma strappa comunque un sorriso questo amore giovanile che accomuna sovente chi ha vissuto quegli anni.

 Adriana Di Grazia