In occasione del centenario della nascita di Turi Ferro riproponiamo l’intervista rilasciata nel 2000 a Carmelo Aurite
TURI FERRO al “Premio Ara di Giove”Pedara Intervista Estate Anno 2000
Una vita da restauratore del teatro in Sicilia e da interprete delle commedie di Pirandello, Verga, Capuana, Sciascia, Brancati. Ha lavorato per il cinema (Un uomo da bruciare,1962; Malizia, 1973; Vergine e di nome Maria, 1975; E poi se ne vanno?, 1989; Malizia 2000,1991) e anche per la televisione.
Un attore, quindi, ma soprattutto un grande uomo dalla vivida speme. Parliamo, naturalmente, di Turi Ferro, col quale abbiamo ripercorso i suoi passi nell’intricato sistema teatrale e nella quotidianità, in presagio di una prospettiva futura migliore.
- Maestro, un colosso del teatro, quale lei è, ha debuttato su un palcoscenico altrettanto rinomato?
“No.Forse ti sorprenderà, eppure, come te e tante persone che conosci, ho esordito nelle parrocchie. Le mie fatiche si sono, quindi, evolute dai Salesiani, i teatrini cosiddetti non ufficiali. A distanza di tempo, ritengo che l’impresa sia stata splendida e quasi facile, sopratutto per essere riconoscente a nessuno. Ho avuto tanto spazio e con la forza di volontà sono riuscito a fare quello che prediligevo. Oggi è necessario un po’ d’impegno in più, visto che sta scemando, nella nostra terra, l’attenzione verso la sfera culturale. V’è, purtroppo, molta distrazione e si cerca di ridere a basso costo”.
- Il progredire delle nuove tecnologie (Tv-Radio-internet) lo preoccupano per l’incolumità del teatro?
“Si, molto. Il teatro si espleta di notte perché non ha audience e, al contrario, il mondo dello spettacolo si basa sostanzialmente sul business. La recitazione è stata, da sempre un’arte povera, persuasa soltanto dalla speranza di cambiamenti favorevoli”.
- Può crearci un parallelismo tra il suo mondo vagheggiato e il reale?
“Auspico, spesso, un mondo in cui si parli di più tra gli uomini. Il mio universo ordinario è contraddistinto da tante sollecitazioni. Già dopo il mio risveglio, sono in piena attività per vigilare su parecchie realtà”.
- A tal proposito, sappiamo che è parecchio guardingo sui giovani; che genere di consigli dispensa loro abitualmente?
“Mi sento un contemporaneo e adoro stare in contatto con i giovani, sicuro che da loro questa nostra terra ricaverà ancora qualcosa di buono. In genere apprezzo i fermenti giovanili nel modo un cui si manifestano. Tuttavia, raccomando alle nuove leve, che spesso costituiscono parte integrante dei miei spettacoli, di aver molta oculatezza in quanto il mondo sta folleggiando col fuoco e, per non scottarsi, bisogna bagnarsi d’Acqua Santa. In altre parole è importante fare esami di coscienza, badare non solo a se stessi ma anche agli altri, creare cerchi di solidarietà per uscire da certe vie che conducono al nulla”.
- Il suo temperamento richiama alla memoria quello del nostro Papa; qual è il suo credo e la sua considerazione su Karlo Wojtyla, che come lei ha tanta fiducia nella verde età?
“Sono religioso e cerco d’essere un buon cristiano. Inoltre, ammiro il nostro attuale Papa perché possiede uno spirito immenso ed è un gran trascinatore. Giovanni Paolo II è un pastore che segue benissimo le orme di Giovanni XXIII.
Condivido appieno Wojtyla nel suo saper essere parroco di campagna e nel suo rivolgersi ai ragazzi. Noi d’età avanzata possiamo rinnovarci solo con i giovani”.
- In conclusione, qual esortazione vuol trasmettere ai nostri lettori?
“Nessun monito, perché sarà certamente una schiera di lettori educati. Ciò lo intuisco dal mio interlocutore. Spero, allora, d’incontrarli al più presto dal vivo!
Carmelo Aurite
Turi Ferro (1921-2001), celeberrimo attore catanese, è tra i fondatori del Teatro Stabile della città etnea; uno dei principali attori della scena catanese e della Sicilia di cui spesso ha portato in scena le caratteristiche e le peculiarità. Fu anche attore cinematografico e per la TV.
Cominciò a recitare giovanissimo al teatro Coppola di Catania nella compagnia Brigata d’arte filodrammatica, diretta dal padre Guglielmo Ferro. A livello professionale, apparve nei primi spettacoli teatrali nel 1948 insieme alla moglie Ida Carrara sposata nel 1951. I due recitarono nella Compagnia Rosso di San Secondo di Roma.
Nel 1957 creò con la moglie L’Ente Teatrale Sicilia, unendo alcuni dei migliori attori teatrali regionali quali: Michele Abruzzo, Rosina Anselmi e Umberto Spadaro ma non, con suo rammarico, Salvo Randone.
Nel 1958 fondò il Teatro Stabile di Catania insieme a Michele Abruzzo e Umberto Spadaro.