CATANIA alla scoperta della catanesità in forma di parole

Posted by on Dec 19th, 2020 and filed under News, Recensioni. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Gaetano Strano

Per amare la propria città bisogna conoscerla.
Conoscerla nella sua storia secolare che contempla anche  distruzioni per cause naturali con l’Etna protagonista e altrettanto ricostruzioni, l’ultima grazie all’architetto Vaccarini, che ne fanno un esempio di tardo barocco tutelato come patrimonio dell’umanità.

Conoscerla attraverso i suoi tanti e illustri personaggi nel campo letterario (Verga, Capuane, De Roberto e Martoglio ed altri meno conosciuti come Rapisardi, Brancati e Guglielmino per non parlare dei poeti come Domenico Tempio, Giuseppe Borrello o Alfredo Danese), nel campo teatrale (Angelo Musco o Giovanni Grasso e i contemporanei Tuccio Musumeci o Pippo Pattavina), nel campo musicale con il Cigno Bellini e Giovanni Pacini, nel capo artistico con Giuseppe Sciuti, Giuseppe Gandolfo ed Emilio Greco o nel campo religioso, forti della grande fede nel luminoso esempio di donna cristiana come Agata che assicura la sua protezione su Catania, come il Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet straordinario esempio di vita e di fede unita alle opere di carità e misericordia; conoscerla nel campo architettonico e monumentale e non ultimo ma forse soprattutto nel suo linguaggio che identifica e qualifica un appartenente a questa terra e alla sua storia come un catanese doc o come anche si dice di “marca Liotru”.

Su tutti questi aspetti ed ambiti si concentra l’ultima fatica letteraria di Vera Ambra (appunto intitolata “Catania alla scoperta della catanesità in forma di parole”) o come ama definirla questo suo atto di amore verso Catania la città che ama e che ha scelto consapevolmente per viverci.

Il linguaggio o i modi di dire caratterizzano il catanese e la ricerca e l’approfondimento di questo aspetto è il principale merito dell’autrice che attraverso la storia di amore di due giovani di diversa estrazione sociale mette in evidenza i tanti modi di dire o le espressioni che tutti i giorni consapevolmente o inconsapevolmente ci caratterizzano, mi piace cosi ricordare, a titolo di esempio a partire dai titoli di alcuni paragrafi, le seguenti espressioni o modi di dire: ‘U culu chinu fa ghittari cauci, Tra il dire e il fare di mezzo c’è ‘Mpari, Si ficiru ‘i ficu, A quannu a quannu, Cunnuteddu nicu-nicu, Ti vogghiu c’a saluti e altri modi di dire come A carta è malapigghiata, ‘A mòriri me-o-ma, Ccà luci ‘a fera, ‘nta stu pizzu di cantunera!, Finiu a tri tubi, ‘Mpari semu pessi, Tonna parrinu e ciuscia. Completa il testo un ricco glossario.

Ringrazio Vera per avermi coinvolto tra i compagni di viaggio di questa avventura per la quale con piacere ho collaborato.

Gaetano Strano

 

 

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