Leggendo Giancarlo Grassano, non ho potuto fare a meno di ricordare i miei primi passi nel fantastico mondo delle lettere.
Ogni occasione era buona per esternare il mio pensiero attraverso la lente delle mie osservazioni, che non restavano mute, ma esternate.
Oggi era il tema della scuola a ispirarmi, oppure l’ami-cizia fraterna e l’amore agli albori dei primi sentimenti e poi la famiglia e il lavoro, man mano che crescevo, dall’oggi al domani, questi temi si arricchivano dei contorni della vita e diventavano scene sognate e da sognare per il futuro. Gli argomenti diventavano più incisivi, quasi un’analisi interiore del mio intimo sentire ed ecco che mi si prospettavano programmi e tendenze spirituali e materiali, che non avevo mai prima considerato e provato. Tutto questo mi sembra di rivedere leggendo le pagine scritte dal giovane Giancarlo e scopro in lui una personalità alla ricerca di un modello di vita che gli sembra chiaro e limpido.
Infatti, dai suoi versi rimati emerge un insieme di ideali che nella gioventù moderna è diventato raro scoprire: inte-resse per la scuola che è alla base della cultura, la ricerca della felicità, il superamento della solitudine, il ricorso all’amicizia come fondamento sociale e la scoperta dell’amore, sintesi di sesso e sentimento, nonché l’aspirazione a una famiglia unita come fulcro della vita.
Sono questi i fondamenti su cui basare la propria esistenza in seno alla società e che costituiscono la vera felicità.
Giancarlo crede in questi ideali, e con la forza che nasce dal suo intimo, li espone candidamente, con profonda naturalezza e sincera ammirazione e soprattutto senza piombare nel pessimismo di maniera che fu del Leopardi o di altri romantici.
Leggendo questi versi, semplici, spontanei, ancorati alla rima sempre presente, mi sembra di seguire il corso di una personalità proiettata verso la luce della bontà e che delle proprie sofferenze ne fa lo stendardo per vincere tutte le difficoltà che appaiono all’orizzonte.
Tutto esattamente, come quando, da ragazzo, mi tuffavo nelle lettere cercando di emulare gli antichi poeti.
Un grazie sentito a Giancarlo per avermi ricordato un tempo ormai per me lontano e che, purtroppo, non mi è concesso di ripetere a causa della mia età.
Pippo Nasca
Giancarlo Grassano è nato a Tortona, in provincia di Alessandria, il 26 gennaio 1996. Oggi vive a Bosco Marengo, dove ha trascorso gran parte della sua infanzia e della sua adolescenza.
Giancarlo comincia a scrivere le sue prime rime all’età di nove anni. E’ attratto dal mondo degli animali e dalla natura in generale, dal fenomeno dei temporali, dai tuoni e dai fulmini.
E’ un bambino vivace e coraggioso, che con le sue simpatiche rime riesce a catturare l’attenzione di grandi e piccoli.
Frequenta l’Enaip ad Alessandria, una scuola professionale, e successivamente il FOR.AL (Consorzio per la formazione professionale), che gli offrono lo spunto per comporre i primi versi dedicati ai suoi insegnanti, che gli riconoscono da subito la sua naturale attitudine nello scrivere.
Nonostante la sua giovane età, le sue poesie trattano i temi importanti della vita: la scuola, la ricerca della felicità, la solitudine, l’amicizia, la scoperta dell’amore.
Ha uno stile inconfondibile, originale, personalissimo, che si distingue alla prima lettura.
Leggendolo, ci riconosciamo in quei sentimenti ed emozioni che tutti abbiamo provato e vissuto.
E’ un giovane talento che non tarderà ad affermarsi nel mondo letterario, conquistandosi uno spazio di notevole spessore.