C’è una bellissima – parer mio – canzone di Niccolò Fabi che inizia così: “Hai presente quando sogni di morire, per vedere chi verrà al tuo funerale, per capire chi ti ha voluto bene, chi ti ha voluto male, hai presente?”; ecco, leggendo questo libro mi è sembrato di ascoltarla e anch’io, come Pippo, ho riflettuto sui potenziali astanti e i loro stati d’animo.
L’io narrante è un medico, vittima di un errore di valutazione di un collega del Pronto Soccorso di Catania, che – ahimé – si ritrova nella nuova condizione di anima a presenziare al suo funerale. Ci sono i familiari, gli amici, i pazienti.
La parte più bella per me sono i ricordi legati al mondo della Ferrovia, dove l’autore, forse complice il fatto che sia il mondo a lui più noto, si dilunga in descrizioni divertenti su dipendenti e sindacalisti, aneddoti e soprannomi che forse son comuni a qualsiasi ambiente di lavoro.
L’occasione della narrazione post-mortem è ghiotta anche per portare a galla riflessioni sulla vita in generale e denunciare amenità legate purtroppo anche all’ambiente della Medicina, a professionisti che prediligono arricchirsi con consulenze private piuttosto che perseguire quel giuramento di Ippocrate che prevede altruismo e gratuità.
Ci sono qua e là interessanti accenni alla mitologia greca, cara all’autore siciliano, e spunti per indirizzare la nostra società ad una più giusta ed nobile causa: quella del rispetto reciproco e dell’accettazione della Vita, del suo corso circolare e non lineare, del Bene sempre e comunque.
Anna Pasquini