Premio Il Contesto – Approfondimento al tema dell’edizione 2019
Eresia è anche : “Idea o affermazione contraria all’opinione comunemente accettata, atteggiamento che contrasta con i principî dottrinali e le linee direttive di un partito, di una organizzazione o di un regime, richiesta esagerata, grosso sproposito”.
Già nella presentazione della prima edizione de “Il Contesto” (era il 2017) parlammo di Racalmuto, paese sperduto dell’agrigentino molto caro a Leonardo Sciascia, delle sue similitudini politiche culturali con il contesto nazionale, generale. Si parlava del cambiamento formale delle realtà locali ad ogni elezione amministrativa, mentre il “potere” decisionale effettivo rimane pressoché di totale appannaggio dei piccoli parentati (nuclei familiari e piccoli gruppi di interesse). Immutabile gioco delle parti di tutte le realtà sottosviluppata dove “gli eletti” sono ben lontani dal passionale desiderio di traghettare le “ennesime” realtà territoriali, dal pantano della contemporaneità verso un approdo sicuro. Una solida riva dove asciugare gli abiti lisi della fragilità economica e sociale di questo tempo per avviare un nuovo percorso di consapevolezza.
Racalmuto, come la Sicilia, ancora una volta metafora del mondo? Forse!
Di certo è riflesso inconsapevole del consorzio umano. Le micro storie si intrecciano, qui come altrove, sempre più frequentemente con le macro storie. E i destini delle piccole comunità sono sempre di più il riflesso dei grandi sistemi. Cambiano le entità, i volumi, le distanze. La sostanza delle cose rimane pressoché immutata. Nulla di nuovo a Racalmuto, nulla di sostanziale nel mondo. A meno di piccoli sussulti di “eresia”, di carattere “glocale”, il mondo occidentale sembra oggi marciare in un’unica direzione, guidata da un pensiero unico, materializzato da slogan desueti: competitività, produzione, PIL, Spread, mercati, spesa pubblica, grandi opere etcc.. e su di tutti immigrazione e sicurezza.
Il pensiero unico ormai pervade tutte le formazioni politiche, delle micro come delle macro realtà, e sembra basare la sua forza inarrestabile sull’affermazione del concetto della ineluttabilità degli eventi e soprattutto dei fenomeni assorti ormai agli onori della storia contemporanea: potere senza limiti delle multinazionali, cambiamenti climatici, finanziarizzazione delle economie, subordinazione dei diritti dei popoli alla volontà del mercato, globalizzazione.
Anche se sono sentiti i temi dei cambiamenti climatici, della qualità della vita, della qualità dell’acqua e del cibo, ancora tardano ad affermarsi nel lessico politico. Mentre la liberta dei popoli e la giustizia sociale che con l’uso responsabile e solidale delle risorse del pianeta sono legati a filo diretto, se mai sono stati presenti con dignità in seno alla dialettica politica, oggi sembrano essere diventati tabù.
Nella primavera del 1979, Leonardo Sciascia nel corso di un incontro con degli studenti di Santo Stefano di Quisquina (Ag), anticipò di fatto molti temi poi affrontati dallo scrittore nella famosa intervista rilasciata a Marcelle Padovani lo stesso anno, pubblicata da Mondadori con il titolo La Sicilia come metafora.
Il documento che ne venne fuori è ancora di straordinaria attualità, venne pubblica sul giornale L’Ora il 9 maggio 1979, con il titolo “Elogio dell’eresia”. In questo importante documento si trova la celebre affermazione:
“l’eresia è di per sé una grande cosa, e colui che difende la propria eresia è sempre un uomo che tiene alta la dignità dell’uomo. Bisogna essere eretici, rischiare di essere eretici, se no è finita. Voi avete visto che non è stata soltanto la Chiesa cattolica ad avere paura delle eresie. E’ stato anche il Partito Comunista dell’Urss ad avere paura dell’eresia, e c’è sempre nel potere che si costituisce in fanatismo questa paura dell’eresia. Allora ogni uomo, ognuno di noi, per essere libero, per essere fedele alla propria dignità, deve essere sempre un eretico”.
Quanto bisogno c’è oggi di cambiamento? Quanta necessaria sia oggi l’eresia, civile e filosofica? La capacità di andare contro corrente alla ricerca di nuovi paradigmi politici ed economici capaci di aprire la strada ad una nuova visione del mondo e delle umanità. Un nuovo ordine etico che individui la strada verso una condizione ideale delle cose dove tutti gli uomini possano essere finalmente uguali e liberi dalle privazioni e dalle restrizioni. E la terra tornare ad essere la grande madre da cui finalmente attingere quanto serve alle generazioni viventi senza precludere la stessa opportunità alle generazioni avvenire.
Calogero Alaimo di Loro