“ da un giorno all’altro, senza preavviso, perchè la vita non ti avvisa mai che sta per cambiare. Cambia e basta. Succede a tutti, succede sempre così.”
Questo è un passaggio fondamentale del romanzo “Ti lascio baci colorati” che potremmo utilizzare come chiave di lettura per comprendere il testo scritto da Elena Cordaro, edito Akkuaria.
Il testo caratterizzato da un linguaggio molto semplice e scorrevole, adatto ad un pubblico ampio che va dai ragazzi agli adulti, è narrato da una voce esterna onniscente, che conosce i fatti delle protagoniste e ci accompagna pian piano alla scoperta delle loro emozioni e degli avvenimenti più importanti.
Le protagoniste sono una ragazza (Valeria) e la zia (Betta) che si prende cura della nipote dopo un tragico avvenimento familiare. Il loro rapporto speciale e di complicità le porta a prendersi cura l’una dell’altra, a trasformarsi, mettersi in gioco, perchè la vita va vissuta fino in fondo prendendola così come viene. La madre non è solo colei che partorisce, ma colei che si fa carico di accompagnare il piccolo “cucciolo” attraverso le insidie che si potranno palesare davanti, a distinguere da quale fonte dissetarsi a da quale è meglio stare lontane. La figlia “è colei che ci aiuta a diventare adulti, che ci chiede di prenderla per mano e aiutarla a superare le paure. E per fare questo ci aiuta a vincere le nostre”.
Due donne che vivono, nonostante tutto, nonostante le avversità della vita, nonostante le paure che a tratti rischiano di rendere il tutto fermo e paludoso.
Valeria che si barcamena tra gli slanci della giovane età e Betta donna di mezza età che spinta da una nuova voglia di vivere decide di riscoprirsi donna, anzi “femmina”, come lei stessa afferma. Decide di voler amare il suo corpo e i suoi piaceri, ed un incontro inatteso darà sfogo a pulsioni da tempo rinchiuse dentro di sé.
Il linguaggio così col passare delle pagine acquista un tocco di enigma, con qualche digressione e qualche flash back, per poi divenire a tratti ricco di sensualità e passione:
“ Spinse i palmi per crearsi un varco mentre con la bocca scendeva verso il basso, verso il pube. La assaggiò dapprima delicatamente, poi la penetrò con la lingua. L’umore caldo gli si sparse in bocca.”
La passione travolge il lettore, la carnalità riempie con forza le pagine del racconto, per poi ridivenire malinconico e riflessivo e verso un finale aperto, che lascia spazio alle voglie di fantasticare del lettore.
Prima di concludere una piccola annotazione su alcune brevi descrizioni dei luoghi dove il racconto è ambientato, Roma. Vengono destritti alcuni scorci molto gradevoli del quartiere Coppedè che portano il lettore ad immergersi nelle facciate liberty che caratterizzano il quartiere della capitale, sembra quasi di passarci davanti con l’auto ed ammirarli dal finestrino. Questo può essere un ottimo punto di partenza per la Cordaro per poter magari, in un suo prossimo lavoro, imprimere ancora più energia e forza a questo tipo di descrizioni che riguardano gli ambienti interni ed esterni in modo da rendere ancora più fotografico il tutto.
Dario Miele