Che succede quando i tempi cambiano così rapidamente come ai nostri giorni? Ecco allora venire in scena una famiglia. Il padre, grande storico e scrittore nonché docente universitario, in crisi nell’uso del computer si trova costretto a telefonare al figlio liceale a scuola per chiedergli come si fa ad andare avanti: “Ho perso la scrivania”! Allora ecco il figlio Antonio – voce fuori campo – a dargli istruzioni per telefono, che il padre naturalmente non afferra, essendo la spiegazione troppo veloce. Entra allora in ballo la madre giornalista,che ha seguito corsi per imparare l’uso del PC e a velocizzarsi, cioè a scrivere in poche righe un articolo brevissimo. Ma le sorprese non sono finite. Il figlio chiede aiuto al padre per una ricerca sulla Resistenza e questi gli consiglia di leggere almeno tre libri. (Libri? Cosa sono? Non ho tempo).
Anche la figlia Clementina ha qualcosa di nuovo, un segreto che non vogliamo svelare. Padre e madre sbigottiti devono far fronte ai tempi nuovi, veloci, moderni; ma infine tutto si conclude bene. Sarà proprio il padre a capire e ad adattarsi, a rovesciare i suoi punti di vista, dimostrando di capire e adeguarsi ai “tempi nuovi”, passando dalla sua sterminata biblioteca al computer.
Scritto e diretto da Cristina Comencini, con l’interpretazione di Iaia Forte e Maurizio Micheli, pone in teatro una riflessione che tutti facciamo: l’uso dei telefoni e dei PC ci impedisce spesso un vero dialogo, mentre a teatro siamo posti in condizione di riflettere sui nostri problemi di ogni giorno.
Brillanti e simpatici come non mai, i due attori sostengono i loro ruoli di genitori sorpresi dai figli, che rappresentano la modernità. Il pubblico si diverte molto, ma dentro si identifica coi poveri genitori e tifa per loro. Tutto si rinnova e ci dobbiamo rinnovare anche noi. Questo il messaggio che ci resta, recitato in modo divertente, per farci capire in che strano mondo viviamo. Un mondo in cui per i rapporti umani restano il fondamento pi importante.
Serena Accascina Polizzi