Il punto nevralgico di Catania, e più che altro nascosto e sotto gli occhi di tutti, sono i suoi artisti che s’incrociano, si confrontano e si dimenticano. Solo uno in particolare ha la capacità di metterli insieme, sotto un unico tetto e una sola volta l’anno. L’occasione, unica e tanto attesa, è il Premio Efesto organizzato da Santino Mirabella… ma procediamo con ordine.
Nel 2009 ebbi modo di conobbi Santino Mirabella in occasione della sua partecipazione al Premio letterario dedicato allo scultore e letterato Emilio Greco, attraverso la lettura del suo romanzo Primo anno in Tribunale, che poi andò a classificarsi tra i finalisti del concorso e successivamente, dopo la partecipazione al premio Donna semplicemente donna, inserito nell’ambito della Giornata mondiale contro la violenza alle donne.
Questa tematica mi spinse a chiedergli di scrivere per Akkuaria qualcosa a riguardo lo stalking, che per me era anche un modo per far toccare con mano e più da vicino l’argomento a un “magistrato” Difatti le nostre innumerevoli iniziative promosse a tal riguardo lo videro sempre in prima linea anche in eventi organizzati da altre associazioni.
Il Giudice Mirabella diventò semplicemente Santino, un amico con il quale condividere il mondo che è più consono alla vita degli intellettuali che popolano la città di Catania e non solo.
Sulla scia di queste nobili intenzioni, il 2 marzo 2011 fonda l’Associazione Culturale Efesto.
Nel corso della costituzione ufficiale, partecipa casualmente anche Edo Gari, insieme brindando con gli altri due soci fondatori, Paolo Capizzi e Luigi Fiore. Lo scopo sociale era quello di diffondere, promuovere e organizzare – senza alcuna finalità economica e senza sponsor – eventi di contenuto culturale di vario genere, soprattutto letterario.
A un anno di distanza, il 4 marzo del 2012 un infarto porta via l’amico e collega Edo Gari.
Sarà questa improvvisa e prematura scomparsa a dar vita alla prima edizione del premio letterario Efesto Città di Catania a lui dedicato.
La serata di consegna dei premi, che si tenne nei locali dello storico teatro catanese Angelo Musco, come per magia, si ritrovarono insieme – non per presunzione ma forse era la prima volta – l’intero mondo del teatro, della musica, della lettura e dell’informazione catanese.
Difatti per la prima volta mi resi conto di come Santino fosse un “personaggio” amato e stimato dal mondo culturale catanese, senza tralasciare quello dei rossazzurri nei cuori.
In quest’occasioni ebbi modo di curare e pubblicare la prima antologia del Premio.
Il premio, ormai decollata, si assestò negli anni a seguire con la suddivisione in tre sezioni, intitolate: per la poesia a Edo Gari; per il teatro a Mariella Lo Giudice; per la narrativa a Ercole Patti. L’unico punto rimasto immutato è il mio impegno a curare le antologie delle varie edizioni.
E sì, quando le intenzioni nascono con fini nobili, il messaggio arriva dritto dritto al cuore di tutti e così quella prima edizione fu onorata dalla Medaglia del Presidente della Repubblica.
Questo nostro idillio culturale non si è fermato solo al Premio Efesto, che a breve mi accingerò a curare l’antologia della sua quinta edizione, dopo il primo saggio Non si vedesse che fuggivi, dedicato alla tematica dello stalking, e proseguita con la pubblicazione di (Ri)Educabile (fin dove?) con il quale affronta il come ci si sente a entrare in una aula di giustizia da imputato e in ultimo La Maffia polisemica un piccolo trattato con cui affronta l’etimologia della parola mafia.
Vera Ambra