Sin da piccolo inizia a disegnare e non smette mai, se non per brevi periodi, di trasformare in di/segni il suo linguaggio poetico e di denuncia sociale.
Il suo genere prediletto è l’illustrazione o, come lui preferisce dire il di/segno a china, i suoi lavori raccontano delle storie adottando lo stile del surrealismo magico: esseri fiabeschi animali e umani si fondono con elementi della natura o della quotidianità, senza tralasciare il tratto drammatico delle armonie e disarmonie della vita. Come gli scrittori utilizzano la penna, lui usa il pennino.
L’inchiostro è la materia che gli è più congeniale, ma spazia secondo il periodo e la situazione con varie tecniche tra cui anche coloratissimi acquerelli.
I suoi di/segni non sono sempre illustrazioni in senso tecnico, mantengono la genuinità e il tratto a volte imperfetto del lavoro fatto a mano.
Gli occhi e i corpi che siano umani o di animali hanno sempre esercitato nell’artista grande interesse, nel suo lavoro è evidente il non fare differenza fra le specie. I suoi esseri viventi reali o fantastici sono tutti ugualmente interessanti e capaci di esprimere emozioni. “Segni” che danno voce e raccontano di esistenze, di solitudini, di realtà e di sogno.