Dell’intensa e tumultuosa (parrebbe), seppure non lunga, vita di Graziosa Casella poco sappiamo.
Nacque a Catania nel Novembre del 1906 e ivi morì nel Dicembre del 1959 di morte improvvisa.
Molti dei suoi componimenti (per lo più sonetti in endecasillabo) si trovano pubblicate su giornali, riviste e antologie.
Fu la sola poetessa che partecipò attivamente ai movimenti poetici del dopoguerra a Catania.
Purista della lingua Siciliana, frequentò assiduamen-te i circoli culturali del catanese.
Pare che qualche anno prima della sua morte abbia voluto consegnare due suoi manoscritti a poeti di Catania per farli pubblicare; le fonti citano quali titoli Ciuri di spina e Autunnu e primavera ma non se ha certezza.
Sembrerebbe comunque che poco prima di morire Graziosa Casella abbia ritirato “Ciuri di spina” per via di una buona proposta di pubblicazione.
Morta la poetessa, anche questo manoscritto andò perduto e parte delle sue poesie pubblicate sulle riviste, vennero rintracciate e raccolte in un volumetto a cura di Arte e Folklore di Sicilia di Catania.
Quelli in nostro possesso sono sette (od otto?) sonetti tratti da Autunnu e primavera significativi di una passione autentica e sincera, tanto forte e bruciante quanto dolorosa e lesiva della stessa vita dell’autrice. L’amore intenso e impossibile per via del gran divario d’età con il suo amante, genera sonetti che fanno emergere, tra l’altro, la condizione di una donna sola in una società maschilista e piena di pregiudizi. In quell’epoca le donne che scrivevano poesie, e in siciliano, erano rare.
Era una passionale, una donna avvenente, colta e anticonformista per i suoi tempi e perciò oggetto di pettegolezzo e di scandalo per gli ipocriti benpensanti. Graziosa Casella appartiene a quella schiera di donne che, come Rosa Balistreri, hanno dovuto affrontare un mondo di violenze fisiche e psicologiche per affermare il loro valore, le loro dignità e i loro principi.
A differenza della Balistreri però, non conseguì il successo e il riscatto.
Graziosa Casella raccontta da Laura Rapicavoli
Il sentimento d’amore vissuto e raccontato “al femminile” dall’attrice Laura Rapicavoli, attraverso gli otto sonetti inediti, in dialetto siciliano, tratti dal canzoniere della poetessa catanese Graziosa Casella; composizioni dense di pathos e di calore prettamente siciliano, rafforzate dall’uso di un linguaggio intenso e molto carnale.