Conoscendolo non si poteva far a meno di amarlo. Io lo conobbi una sera, in un luogo che non ricordo bene dov’era. Era uno di quei luoghi alternativi dove a Catania si faceva arte. Arte con la A maiuscola.
A quel tempo avevo iniziato a collaborare con un’emittente televisiva siracusana tutta sui generis, tutto aveva tranne la connotazione di una televisione, ed era stata proprio questa caratteristica che mi fece entrare “a Catania” senza pestare i piedi a nessuno.
A chi importa la cultura quando in prima linea si privilegia la politica, la cronaca nera e il calcio?
Le mie belle interviste chilometriche e i miei servizi pian piano cominciarono a divulgarsi nell’etere etneo e questo mi diede modo di avvicinare molti movimenti artistico-culturale che formavano il territorio catanese che era ben diverso da ciò che fino a quel momento mi avevano propinato e fatto conoscere.
Fu in una di queste sere che in un teatro alternativo nato tra i quartieri degradati di Catania che ascoltai un sassofonista. Avevo con me la mia fida telecamera. Feci delle ripresi e qualche giorno dopo il servizio fu mandato in onda.
Quattro anni dopo nacque Akkuaria e qui concentrai la presenza delle persone che nel frattempo avevo conosciuto.
Rincontrai Giuseppe Schillaci il quale, tra una cosa e l’altra, mi disse che aveva scritto qualche poesia…
Mi fece vedere qualche suo dattiloscritto.
Mi bastò una brevissima occhiata. Scelsi un bel po’ di fogli e lo invitai a partecipare alla la prima edizione di Viaggio tra le vie dell’Arte, che si tenne negli splendidi locali del Circolo Ufficiale di Catania. Così, assieme al musicista Francesco Prinzivalli, ci ritrovammo a presentare la sua musica e le nostre poesie.
Con Giuseppe Schillaci, in arte Sòstene, nacque una bellissima collaborazione che durò tutto il tempo che gli rimase da vivere.
Giuseppe era lui stesso una poesia vivente, un uomo fuori dal comune, un uomo semplice, schietto. Figlio della terra… un contadino come amava definirsi.
Tra le cose che amava c’era il mare ed era con il mare che festeggiava i tutti i suoi compleanni.
Il 22 dicembre di ogni anno era sua buona abitudine e dei suoi amici e parenti, recarsi a San Giovanni Li Cuti, con qualunque tempo. Qui, a partire dalle ore 13,30, ci aspettava per festeggiare il suo compleanno. «…E se piovesse?» gli chiesi la prima volta che ne presi parte. «Meglio» mi rispose. «Io adoro quando piove». Infatti il più delle volte pioveva che era un piacere!
Infine, infreddoliti sotto l’ombrello, seguivamo la sua nuotatina e con un’amorevole pazienza aspettavamo affamati che finisse di asciugarsi, così si dava il via all’apparecchiare con una tovaglia sul molo nel mentre che Giuseppe imbottiva i pezzi di pane casareccio con dentro un bel tocco di salsiccia al sugo, ormai tiepido.
Francesco Prinzivalli – Vera Ambra – Giuseppe Schillaci
La luna se ne va da questa notte
e non vedremo più alba
e non avremo rimpianti
La luna se ne va da questa notte,
e mette a nudo le lance delle canne,
le rughe dei vecchi occhi vivi
le vene delle foglie umide
Era il 16 gennaio del 2008 quando dovevo vederlo… difatti c’incontrammo… e non per scambiare al solito due chiacchiere ma per dargli l’ultimo saluto davanti l’altare della chiesa di San Pietro e Paolo…
Due giorni prima un infarto fulminante lo aveva sottratto all’affetto dei suoi cari, degli amici e di tutte le persone che lo stimavano sia come uomo, sia avvocato e soprattutto come Artista: scrittore, musicista.
Giuseppe era una delle più preziosi voci che la nostra terra di Sicilia abbia avuto.
Con lui scompare una memoria storica e scompare anche un valido e insostituibile pilastro e sostegno per Akkuaria.
Con lui abbiamo trascorso parecchie ore notturne al telefono, a discutere di poesia, insieme abbiamo lavorato sui testi del concorso I veli della Luna di cui era il Presidente di Giuria.
Giuseppe Schillaci era un uomo schivo di qualsiasi forma di notorietà, amava operare in silenzio, amava restare nell’ombra. Amava la musica e la poesia.
Avremmo dovuto fare insieme ancora parecchie cose; cose che ho fatto e farò da sola in sua memoria…
Alberto Moravia diceva che di artisti ne nascono tanti ma i veri poeti sono merce rara.
Vera Ambra