La commedia o meglio il dramma che é presente in tante famiglie oggi è la cura degli anziani, soprattutto di quelli che iniziano a perdere la memoria, e a poco a poco anche la coscienza di sé. Qui in scena un anziano padre con una figlia che si prende cura di lui. Il vecchio continua a non sopportare le badanti e a mandarle via, perciò la figlia lo prende in casa, nel grande appartamento dove vive col marito. Assume una giovane e graziosa infermiera-badante che piace al padre. Da qui un susseguirsi di scenette gustose, dall’improvvisazione di un ballo tip-tap, ai giochi di prestigio: ed ecco l’anziano padre ritornare giovane e spiritoso.
Ma la tragedia incombe, la malattia senile avanza e si fa necessario il ricovero presso una struttura specializzata. E qui il regista, con una rara tecnica ci rende partecipi dello sfasamento che vive il protagonista, Andrea, (il bravissimo Alessandro Haber) che non ricorda più nulla,non sa dove si trova e si sente mal tollerato da tutti: un albero a cui cadono tutte le foglie.
Sogni, incubi e realtà si mescolano nella sua testa e anche sulla scena. Avvertiamo empaticamente tutta la solitudine e la desolazione del vecchio padre, che ci riesce simpatico proprio per questa sua ricerca di un senso alla sua vita priva di ragione . Si avverte la poesia della fragilità e del desiderio di affetto e la musica finale sottolinea proprio l’alta e profonda malinconia della situazione, a cui infine il vecchio Andrea si adatta.
Serena Accascina Polizzi