Una caratteristica del pubblico melomane e anche teatrale a Catania è quella improntata ad una certo modo di pensare ed agire, che oserei definire molto corretto, specioso, educato ed esaustivo.
Se lo spettacolo piace ai convenuti, generalmente gente di gusti artistici non certo grossolana che preferisce il palcoscenico ad uno schermo cinematografico, tutti rimangono composti ai loro posti applaudendo nei momenti giusti e salutando gli attori con un lungo applauso finale.
Se lo spettacolo non piace per il modo di porgersi degli attori o perché l’opera non soddisfa le aspettative, non volano fischi e schiamazzi, ma a trionfare è il silenzio e… l’abbandono alla chetichella dei posti in platea.
Quando alla fine si chiude il sipario, non si sentono applausi perché la sala è… vuota.
Io ho un abbonamento per gli spettacoli di opera lirica al teatro Massimo Bellini e uno per il Metropolitan per gli spettacoli teatrali e in entrambi i locali ho notato questo tipo di comportamento, che oso definire signorile e per certi versi anche disarmante.
Ricordo che al Metropolitan alcuni anni fa ad un attore di discreta fama e celebrità scappò una frase non tanto gradita al pubblico che suonò come un rimprovero ai convenuti.
Non successe nulla di spiacevole, né alcuna reazione, ma il silenzio regnò da quel momento in sala. La esibizione continuò e man mano che la rappresentazione andava avanti, la gente, alla chetichella con ordine e silenziosamente si allontanò finché, alla fine il sipario si chiuse davanti ad una diecina di persone rimaste, che non applaudirono nemmeno. Evidentemente fu un flop. Non credo che costui tornerà mai più a Catania.
Ciò, chiaramente non è avvenuto qualche settimana fa ed esattamente il 15 Dicembre 2018 al Metropolitan, dove ha avuto luogo uno show interpretato da due sole persone: Tullio Solenghi e Massimo Lopez.
Sinceramente, prendendo posto, ho pensato che sarebbe stata una serata barbosa, da mettere nel dimenticatoio certamente e che sarebbe stato meglio occupare il tempo diversamente.
Mi son dovuto ricredere. Fin dalle prime battute ho trovato lo spettacolo non solo interessante, ma divertente e coinvolgente. Lo show consisteva nella imitazione verbale e gestuale di una miriade di personaggi della canzone, dello spettacolo, della politica e anche della religione.
Il tutto scorreva liscio, senza intoppi, con una classe veramente signorile e lontano da volgarità cui qualcuno ricorre a volte. Una satira, leggera, simpatica, senza contrasti di pensiero e superficialmente condotta senza offendere i personaggi e criticare l’eventuale loro ideologia, lasciata da parte e nemmeno sfiorata.
Ho assistito allo scorrere di una miriade di personaggi che ho conosciuto lungo la mia abbastanza lunga esistenza, che mi hanno strappato il sorriso e mi hanno costretto più di una volta ad accodarmi agli applausi del pubblico. Ho riascoltato voci a me care di Pippo Baudo, Corrado, Alberto Sordi, il tenente Sheridan, Modugno non escluse quelle di cantanti donne, come ad esempio Patty Pravo ed altre ancora, tutti imitati anche nelle loro movenze, senza il ricorso a camuffamenti di trucco o vestiti.
Quando è stata la volta dei politici, mi aspettavo che si tradissero e che saltasse fuori qualche riferimento alle loro idee e ad eventuali avversioni e invece… nulla. Il tutto si è limitato ad una mimica veramente esilarante, ma superficiale senza scendere in profondità di pensieri o strategie. Una satira veramente corretta e leggera, che non ha per nulla influito sulle coscienze politiche degli astanti. Simpatica l’imitazione di Berlusconi e di Di Pietro; quest’ultima veramente divertente e interpretata dal Lopez in maniera veramente magistrale.
Quando si è passati alla satira religiosa e ho visto apparire sulla scena il personaggio del papa emerito imitato dal Solenghi e quello del papa regnante interpretato dal Lopez, mi son detto: ci siamo vediamo che cosa ci scappa a ‘sti due adesso. Vuoi vedere che domani i giornali… Invece niente. Tutto è filato liscio come l’olio. L’imitazione era formale e accattivante anche nei giudizi nei confronti del malcostume della società. Nulla che potesse nuocere all’eticità dei personaggi, senza alcun riferimento alla situazione un poco anomala rispetto a quella tradizionale. Posso ben dire che il tono ha assunto quello di esortazione al ben operare da parte di entrambi i personaggi e che sia stato occasione di riflessione religiosa per il pubblico. L’effetto proprio di una predica piacevole e benevola da parte di entrambi i Papi.
Dire chi dei due sia stato più bravo non mi è concesso di dire, poiché mi sono piaciuti entrambi e non solo a me, ma a tutto il pubblico che ha seguito con attenzione sottolineando con lunghi applausi le fasi più salienti. Se fossi costretto a dare un voto darei un dieci e lode ad entrambi, poiché hanno operato senza la necessità di effetti scenici particolari, semplicemente puntando sulla loro bravura personale.
Se dovessi fare un confronto con altri imitatori, ad esempio, con Alighiero Noschese, per quanto costui mi piacesse un sacco, opterei per la bravura del duo Solenghi-Lopez per il semplice fatto che loro sono riusciti a ottenere degli effetti veramente esilaranti, senza ricorrere al trucco ampiamente usato dal Noschese e non solo per questo, ma anche per il fatto che la satira di quest’ultimo era a volte un tantino velenosa, mentre quella di Polenghi e Lopez no.
Se dovessero tornare a recitare a Catania, sarei ben lieto di rivederli e insieme a me, anche il pubblico, forse nostalgico di una satira piacevole e sorridente in contrasto con quella dei nostri giorni feroce ed offensiva.
Pippo nasca