Ho finito di rileggere la raccolta di poesie “Azzurrogusto” di Mariella Sudano e, come ormai è mia consuetudine, mi accingo a scrivere le mie considerazioni sull’opera.
Si tratta di una ristampa e, quindi, quasi sicuramente di poesie, che hanno preceduto quelle “Nel Nome della Verità” della stessa autrice.
In proposito è da dire che lo stile, conciso, sintetico, pragmatico, è identico ed ispirato alla dialettica poetica di Ungaretti. Versi semplici, brevi, taglienti, statuarii, ricchi di immagini che si attagliano a realtà intime dell’animo umano in un fiume di metafore attinenti.
La differenza sostanziale tra le due opere sta nel contenuto delle poesie. Mentre l’argomento delle poesie dell’altro libro spazia su vari temi più generali, quello delle poesie di Azzurrogusto è volto esclusivamente all’analisi del rapporto sentimentale di chi è coinvolto in quella grande avventura dell’animo umano che è l’amore.
Le stesse figure, disegnate dall’autrice, che accompagnano ogni singola poesia risentono dello stesso stile poetico sopradetto e nella loro espressione ermetica, richiamano quelle curve tipiche del cuore e rispecchiano con la loro flessuosità la delicatezza dei sentimenti sfiorati, ma intensamente sensuali.
Poesie, versi e parole usate, legate ai disegni sono delle metafore stupende di ciò che l’animo umano sente nello stato amoroso che, a prescindere dall’esperienza personale, assurgono alla universalità del sentire umano nella sua espressione.
Ecco i versi d’una poesia:
Morbido confine
dagli angoli a sorriso
ti sfioro
con la lingua
dei lemmi del cuore
Ed ancora in un’altra poesia
brindisi
a sgorgare di fontane
nella notte di sole
fertile di semi
Ed in un’altra ancora
Ti accendi
Calore d’occhi di montagna
A sciogliere
il gelato come un dono
al sapore di papaya.
Potrei continuare a citare altri versi, ma tanto basta per evidenziare la delicatezza delle immagini espresse che rivelano la profondità dei sentimenti. Dovrei anche riportare i ghiroghiri curvi od angolati riportati a fronte, ma non ne sono capace. Bisogna saperli leggere ed interpretare nel loro evolversi tra il bianco ed il nero fantasticamente composti tra curve ed angoli aguzzi…
Non so se possa trovare realizzazione il sogno dell’autrice di diventare una grande scrittrice, poiché a mio giudizio, ogni accadimento umano trova la sua realizzazione a seconda delle circostanze.
A tal uopo cito il caso del Verga, il cui talento emerse in seguito ad un caso fortuito, ossia, al clamore che suscitò l’esito giudiziario mosso da lui all’editore Treves ed a Mascagni intorno all’opera della “Cavalleria rusticana”, tratta da una sua novella. Chissà se, senza tale azione giudiziaria, sarebbe mai emerso il suo genio e se oggi si discuterebbe in letteratura del suo “verismo”.
Ma una cosa è certa, a mio avviso, che la Mariella Sudano ha tutti i numeri per fare bella mostra di sé nel campo delle lettere.
Le auguro che possa realizzare il suo sogno ed avere quel successo cui agogna e che, penso, meriti.
Giuseppe nasca