A 59 anni se ne va Alberto Maria Giuri, grande musicista e pilastro del Festival dei Due mondi di Spoleto. Stava preparando la sua rentrée con un nuovo Ensemble
E’ scomparso a Roma, all’età di 59 anni, il Maestro Alberto Maria Giuri, somma rivelazione nella direzione d’orchestra che fece la storia musicale del Festival dei Due Mondi di Spoleto, affiancando Giancarlo Menotti per sette significative edizioni – dal ’92 al ’99 – che gli valsero una nomea di prestigio internazionale per il suo stile, la classe, la curiosità di un costante approfondimento della partitura, la puntigliosità metodica e una preminente e incisiva personalità, forse ad alcuni scomoda.
A Menotti, Giuri rimase sempre legato, considerandolo Maestro ed amico paterno, nonostante il suo allontanamento a causa di varie problematiche, non da ultimo le sue instabili condizioni di salute che superava con determinazione riprendendo la sua attività di amante della bella musica che ne conduce il passo. La sua ultima performance è dell’anno scorso, proprio con un “Concerto in memoriam Gian Carlo Menotti” a dieci anni dalla scomparsa, nel quale presentò una composizione in prima esecuzione assoluta che aveva composto per l’occasione: “Memoires pour Gian Carlo Menotti” (“Lacrimosa–Lux Aeterna”, 2016/2017), per Quartetto Vocale, sette Archi ed Arpa.
Diplomatosi in Direzione d’Orchestra al Conservatorio “S.Cecilia” di Roma con Bruno Aprea, perfezionatosi come Allievo Effettivo con Franco Ferrara e partecipando a masterclass di rilievo (prima fra tutte quella con Leonard Bernstein), Giuri ottenne nel corso della sua giovane carriera numerosi riconoscimenti, quali il Diploma d’Onore al Concorso Internazionale “H.Swarowsky” e il “Premio Spoleto – Principe di Galles” quale migliore artista della sezione giovanile a Spoleto.
Assistente musicale personale di artisti quali Mstislav Rostropoviç, Valery Gergiev e Carlo Maria Giulini, Giuri è stato chiamato a dirigere da alcune delle più prestigiose Accademie e compagini sinfoniche nazionali ed internazionali: sue le collaborazioni con il Teatro dell’Opera di Roma, l’Accademia Nazionale di S.Cecilia, il Teatro Carlo Felice di Genova, la Fondazione “Gran Teatro La Fenice”, l’Orchestra Sinfonica di Bari, l’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, la Bournemouth Symphony Orchestra, l’Orchestre de Picardie, la Rotterdam Philarmonic Orchestra e la San Francisco Opera, solo per citarne alcune.
Dal 2005, su invito diretto del Maestro Jury Temirkanov, strinse un profondo legame con la Russia, regolarmente chiamato a dirigere la St. Petersburg Philarmonic Orchestra, con musiche di Brahms, Bruckner, Skrjabin, Tchaikovskij, Wagner e un indimenticabile concerto in memoria di Puccini in occasione del 150esimo anniversario della sua morte.
In omaggio ad Ennio Morricone, ed in occasione del suo ottantesimo compleanno diresse a Roma, in prima esecuzione mondiale, il brano “for Ennio” di Michael Nyman, con il Compositore inglese al pianoforte.
Come direttore artistico fu a capo del XXVI° Festival di Nuova Consonanza, selezionando e dirigendo in prima assoluta numerose prime esecuzioni di compositori italiani contemporanei, trasmesse da RadioTre.
Poco prima di andarsene, Giuri stava finendo di coronare un altro suo sogno personale di direzione artistica: la creazione di un Ensemble composto dai migliori professori d’orchestra: l’Ensemble Elysium. Il concerto di debutto, in programma il 21 settembre al Palazzo della Cancelleria con un repertorio gioioso e raramente eseguito in un solo concerto, quali le ultime tre sinfonie mozartiane, non ha avuto luogo a causa dell’aggravamento delle sue condizioni. Ci auguriamo che questo suo ultimo desiderio possa in futuro continuare portando così avanti il suo pensiero musicale.
Se ne va cosi un grande artista che fece della sua passione musicale un approfondito, metodico e quotidiano studio, sottolineando, esaltando e trasmettendo in dettaglio le mille sfumature compositive concepite in altri contesti ed epoche. Di lui Paolo Isotta scrisse, a proposito dell’ Evgenij Onegin di Čajkovskij, diretto a Spoleto nel 1996: “Il Maestro Alberto Maria Giuri è, per chi non lo conosceva, non solo una rivelazione, ma la rivelazione del più compiuto talento direttoriale nel gruppo oggi al di sotto dei 40 anni. Dirige l’Eugenio a memoria. Per la conoscenza della prodigiosa partitura, pare averla in repertorio da sempre; per la freschezza onde concepisce, pare a ogni battuta inoltrarsi su di un terreno da scoprire; e palesa di averne a tal punto assimilato la tradizione interpretativa che lo prenderesti per russo (…) Ottiene sonorità corrusche e ritmi brillanti, quasi mozzafiato, nei luoghi deputati, senza tema di tempi sensualmente lenti, dà corpo alla melodia di Čajkovskij restituendole con analisi minuziosa il più vero carattere agogicamente ondivago; la tende e distende nel ritmo senza frazionare le unità fraseologiche, anzi conseguendo, se si considera l’opera nel suo insieme, un’unità particolarmente rilevante sotto il profilo formale col metterne in luce, non un inesistente sistema leit-motivico, ma una galassia melodica fatta di astri l’uno dedotto dall’altro. Accompagna il canto, con costituzionale attenzione a non coprirlo pur radiografando il tessuto strumentale. Per chi sa qualcosa di direzione d’orchestra: guidare soprano e massa strumentale nell’”Aria della lettura” è una delle prove per un maestro più difficili: oscilli sempre fra il “troppo” e il “troppo poco”: per l’intero suo corso egli guida occhi negli occhi la bravissima Tatiana Odinokova, e la scena chiave a tal punto è fusa in un sol getto che quando finisce a noi sembrano trascorsi pochi secondi”.»