L’Italia è arrivata ormai al collasso. Purtroppo tutti i giorni si leggono sui giornali storie tragiche di persone che per difficoltà economiche arrivano addirittura a togliersi la vita.
Non è certo il caso di Silvia, una donna che lotta da ben otto anni contro la sclerosi multipla e che non intende cedere alle avversità del destino. La sua storia è una delle tante; piena di problemi, di drammi familiari, di angosce e momenti di solitudine.
Ha deciso, però, di non chiudersi ma anzi, di urlare al mondo la sua vicenda e di bussare a tutte le porte per chiedere aiuto.
Conosciamola meglio. Chi è Silvia?
Silvia Avanzi abita a Ferrara ed è nata nel giugno del ’63. È una donna simpatica, sincera, diretta. Dice sempre quello che pensa. Il suo motto preferito è: “Vivi e lascia vivere”.
Tra alti e bassi la sua vita scorre fino al 1998 quando finalmente riesce con sacrifici ad acquistare una casa col mutuo. A quel tempo era spensierata, sana, aveva un lavoro ed i suoi genitori, se mai avesse avuto bisogno, la potevano aiutare.
Nella vita però non è come nelle favole che finisce con… e vissero felici e contenti. Nel 2004 si affaccia una drammatica realtà: la diagnosi di una terribile malattia degenerativa. La vita di Silvia è così sconvolta dalla sclerosi multipla.
Lei non si arrende e nonostante la grave malattia che, come tutti sappiamo, comporta diverse difficoltà, ha sempre lavorato fino a marzo di quest’anno. Il suo ultimo impiego è stato a Mirandola, presso una piccola ditta che commercia carne ed attrezzature per kebab. Di punto in bianco un bel giorno però viene licenziata ed il suo mondo già precario, crolla.
Sì, quell’esistenza fatta di sicurezze non esiste più, perché anche la madre da qualche tempo è gravemente malata e ha bisogno di cure. Il Parkinson non le dà scampo e così è costretta a ricoveri in RSA.
I soldi non sono più sufficienti; la lista dei debiti si allunga; i ricoveri ospedalieri della madre non sono coperti dal servizio sanitario e così Silvia ricorre a finanziamenti.
Ed ecco che, quell’evento imprevisto della perdita del lavoro, è come un tornado che avvolge nella sua spirale ogni cosa.
Riesce a fatica a pagare le rate del mutuo, ma non più quelle del condominio in cui vive, quelle dei finanziamenti, quelle dell’assistenza per la madre e sopravvive a stento con la sua misera pensione.
Come se piovesse, giungono lettere dai legali. È già in atto un decreto ingiuntivo, momentaneamente sospeso fino al mese di ottobre; inizia così il suo calvario.
È sola, ma non si arrende e bussa a tutte le porte della sua città. Tra assistenti sociali e agenzie per ricerca del lavoro, passano mesi e nessun risultato sia affaccia all’orizzonte.
È disperata e distrutta!
Nell’era del computer si fa amicizia tramite internet e ormai spopolano i Social Network e ed anche Silvia fa parte della grande popolazione di Facebook. È lì che si sfoga ed urla il suo malessere.
Con l’ausilio di un’amica gioca un’ultima carta, creare un gruppo d’aiuto per lei e la sua mamma. Il gruppo si chiama: “Un piccolo aiuto, un gesto d’amore per 2 donne malate in difficoltà”.
È l’ennesimo disperato tentativo di una donna forte, che non intende cedere ad un destino che si è accanito contro di lei.
Silvia è tutti noi, è una di noi. Perché quello che è capitato a lei, ahimè potrebbe accadere ad ognuno di noi. La vita è una ruota che gira e mi domando, se quelle persone che oggi non ci sono più, se quegli uomini che troppo stanchi per lottare si sono tolti la vita, avessero fatto come lei e urlato al mondo chiedendo aiuto e soprattutto, se le persone avessero ascoltato di più… chissà, forse la loro storia sarebbe finita diversamente.
Dobbiamo imparare a soffermarci ed ascoltare, ma sentire veramente e col cuore se vogliamo che le cose cambino. E le cose, si possono cambiare!
Dora Millaci