Le montagne del contrabbando è un romanzo storico di Bepi Magrin ambientato tra i Lessini e le Piccole Dolomiti, racconta verosimili vicende di amore e di contrabbando, così come avvenivano prima della Grande Guerra sui confini tra il Regno d’Italia e la Contea austriaca del Tirolo, quando attraverso la frontiera passavano clandestinamente grandi quantità di tabacco, di zucchero, di sale, di liquidi alcolici (spiriti) e molte altre merci come la polvere da sparo o certe stoffe, spezie ecc.
E’ il primo romanzo di questo autore che ha già pubblicato 65 titoli sui temi della montagna e della guerra.
Si tratta di un romanzo storico che indaga il capitolo poco esplorato del contrabbando nelle valli della Lessinia e dell’Alto vicentino prima della Grande Guerra, quando i confini con l’impero asburgico passavano sul ciglio dei Lessini, sul Carega e sul Pasubio. Sul tema la letteratura locale è scarsa, poiché si trattava di attività clandestina e pericolosa, di cui solo il tramandato orale ha conservato memoria, e persino i registri parrocchiali riportavano i deceduti per attività di contrabbando con un generico “morti per accidente”.
Molti popolani di montagna con le loro famiglie poterono sottrarsi alla quasi obbligatoria emigrazione, grazie ai modesti redditi delle attività clandestine condotte a cavallo della frontiera, sorvegliata dalla Regia Guardia di Finanza che aveva caserme dislocate sul vecchio confine come al Passo di Campogrosso, alla Gazza, a Rivolto. Il testo propone nel frammezzo di una trama movimentata dai pericolosi passaggi sui valichi alpini, che avvenivano prevalentemente d’inverno quando le attività contadine ristagnavano, un’ ampia rievocazione del contrabbando con la Contea del Tirolo, in particolare con Ala in Val d’Adige.