L’opera verdiana maltrattata da certi registi pseudo innovatori, con squallidi spogliarelli, oscenità gratuite, ci è stata donata dal regista Ivo Guerra in una collaudata versione coerente con il libretto concepito da Francesco Maria Piave. Se qualche licenziosità è presente non è mai volgare.
L’interpretazione di Leo Nucci ha dato un tocco di magia alla serata, fra l’altro ultima rappresentazione di quest’opera in questa stagione. Ci ha fatto emozionare, forse piangere, ed è stato ripagato dal pubblico con una vera e propria ovazione.
La cantante Jessica Nuccio, è stata una stupenda Gilda. Graziosa e struggente, ci ha regalato dei momenti di profonde emozioni. Una voce gradevole. Ben dosati gli arpeggi e gli acuti ben sostenuti.
Decisamente la coppia padre figlia ha toccato gli ascoltatori.
Voce da basso con profonde radici è quella di Andrea Mastroni. Ha retto in modo magistrale il ruolo di Sparafucile che riesce ad immedesimarsi in quell’atmosfera di notte ‘d’orror’. Una splendida Maddalena sensuale e perversa viene dipinta dalla cantante Anna Malavasi.
Voce pregevole è quella di Gianluca Terranova che sostiene il personaggio del Duca di Mantova conferendogli quel giusto ruolo di fellone che caratterizza il personaggio.
Tra i comprimari spicca Nicolò Ceriani nel ruolo di Monterone.
Poco convincente risulta la direzione dell’orchestra da parte del maestro Julian Kovatchev che doveva essere più compatta.
Rigoletto e Gilda, Sparafucile e Maddalena. Queste due coppie se non vengono ben definite, l’opera rischia di essere vanificata. E questo non è accaduto.
Una serata ben riuscita grazie all’impegno e alla capacità canora e interpretativa di tutti gli artisti.
Alessandro Scardaci
Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona