Io resto un’ora poi inizio ad agitarmi come tutte le volte che mi arrendo al tuo mare.
Vado al bar dello stabilimento e attacco un Campari (Bitter e non Soda) col ghiaccio a granellini finissimi come la sabbia… oddio, no!
Ci sono costumi da bagno che non passano inosservati ma alla mia età è poco decoroso guardarli.
Un piccolo libro da portarsi dietro, come il temperino e le pasticche per la tosse. Un album di istantanee o poco più, scattate per il desiderio di uscire
dalla realtà. Dentro, un universo di relazioni immaginarie ma neanche tanto, narrato come fosse quotidianità. Spose di lupi mannari, badanti vampire, inquilini fantasmi, Parsifal invecchiati; ma anche casalinghe e pensionati al limite, cercatori sospesi in un limbo temporale, dee in relazione con l’umano, fanciulle che scelgono la solitudine dell’eternità, uomini e donne della porta accanto di cui ignoriamo i pensieri e la vita, l’infinito confronto tra maschile e femminile.
E poi qualche parola più libera, svincolata dagli schemi del racconto.
L’atmosfera che domina il libro è quella di un gotico crepuscolare: leggero, surreale e malinconico insieme. E soprattutto un’attenzione e una compartecipazione
per quella che è l’avventura della condizione umana. Se volete, potete chiamarlo amore.
Carlo Lottek Landriscina nasce a Milano sette anni dopo il 1950 e vive a Lesa, sul Lago Maggiore, da più di venticinque. Fa il copywriter poi, per stanchezza e per scenari di mercato radicalmente cambiati, inizia a scrivere per una rivista letteraria, Arabica Fenice. Prende così forma il piacere per la scrittura non commerciale, in particolare il racconto breve, genere letterario poco coltivato in Italia, ma l’autore ama andare controcorrente. Nasce il primo libro, Porta le mentine, e ora questo, Ricordati il bitter, entrambi per Edizioni Akkuaria.