La stagione del Bellini si è conclusa con uno spettacolo indegno.
Indegno per un teatro che vanta un’orchestra e un coro che nulla hanno da invidiare ad istituzioni forse più note, ma non certo inferiori alla nostra.
Una stagione di successi, non meritava di concludersi così miseramente dopo i successi di Turandot e Sakuntala.
Un vero peccato!
L’allestimento di Turandot è stato di qualità, grazie alla regia di massimo Gasparon, che ha fatto emergere una protagonista crudele sì, ma umana. Una donna che per empatia soffre per la violenza subita dalla sua ava. Gli altri artisti hanno sostenuto egregiamente i loro ruoli: una dolce Liù e un nobile Calaf.
L’apice si è raggiunto con Sakuntala. Una scelta coraggiosa da parte, della direzione artistica, per un’opera particolarmente difficile all’ascolto che ha fatto mugugnare qualche spettatore, ma la qualità della rappresentazione è indiscutibile. Un’orchestra e un coro che sono stati all’altezza di una musica non banale e per questo di difficile esecuzione.
Sakuntala è stata una boccata di aria fresca per la cultura stantia dell’epoca che stiamo vivendo, e ci auguriamo di ripetere in futuro un’esperienza come questa.
Tutto ciò, è stato vanificato, dall’ultima rappresentazione del cartellone. Uno spettacolo di varietà, con una vaga atmosfera natalizia che in una stagione di opere e balletti c’entra come il fragolino bevuto col pesce. Se l’Amministrazione non poteva onorare gli impegni presi mettendo in cartellone l’opera di Offenbach ‘Orfeo agli inferi’, poteva sostituirla con un lavoro dello stesso spessore artistico, magari con un’opera sotto forma di concerto e con cantanti debuttanti. Gli abbonati avrebbero capito, ma uno spettacolo di sì bassa lega no!
Gli spettatori sono offesi e delusi. Se non hanno fischiato è stato solo per non mortificare gli artisti che si sono trovati loro malgrado in un ambiente che a loro non appartiene.
Auguriamoci che per la prossima stagione non avvengano ulteriori cambiamenti e che non vengano più disattese le aspettative del pubblico.
Alessandro Scardaci