La poesia, quando è scritta e offerta agli altri, racconta dell’anima dell’Uomo, lo denuda da tutti gli orpelli e lo espone al mondo. Essere poeti è la più alta forma di aderenza con se stessi, se si decide di esserlo in modo autentico sia nell’uno che nell’altro caso.
Sentirsi nudi è accettare con coraggio la possibilità di creare l’incanto di uno scambio e gioire, alla fine, quando i doni raccolti e condivisi sono molti. Sentirsi nudi è lasciare che siano gli altri a vestirti con le loro parole, dopo avere ascoltato la lettura di qualche tuo verso, proprio quello che tu consideravi il peggiore.
Spoleto, dove si è svolta la XVI edizione della rassegna di arte e cultura “Viaggio tra le Vie dell’Arte” ideata e voluta dalla poetessa e scrittrice Vera Ambra, presidente dell’Associazione Akkuaria, è stato tutto questo: l’incontro di anime che condividono l’amore per la poesia e la letteratura e che, pur non essendosi mai incontrate prima, si sono riconosciute perché unite dal comune amore per la cultura o perché unite da un linguaggio universale ed eterno, quello dell’anima.
La poesia non ci ha mai lasciati e ci ha accolti, fin da subito, nella confortevole Casa Menotti, sede del Centro di Documentazione del Festival dei due Mondi in una stanza, dominata da un angelo dorato appeso alla parete, che si affaccia su una piazza Duomo suggestiva e ricca di spiritualità e storia.
In questo luogo, quasi surreale, la parola sì è mescolata alle emozioni, a voci tremanti ed a sguardi capaci di cogliere l’essenza più vera e profonda di ogni poeta, di ogni ospite, di ogni persona arrivata tra il pubblico.
All’improvviso non esistevano più i ruoli e le maschere dietro cui noi uomini e donne ci camuffiamo, per paura di svelarci all’altro, non esisteva vergogna a sentirsi commuovere il cuore e vibrare dentro.
Molte sono state le parole pronunciate, durante la kermesse letteraria durata tre giorni, nel week-end del 12, 13 e 14 febbraio scorso, ma quella che più mi ha colpito è stato il concetto di ritrovare un nuovo Umanesimo, ovvero restituire un valore culturale all’Uomo bistrattato da una società più attenta all’effimero e al superfluo che a tutto ciò che la poesia e la letteratura hanno il compito di sondare e raccontare.
Un grazie a tutti coloro che si sono spesi per realizzare questo evento trasformando la realtà in un incanto.
Katia Giannotta