Scende la sera a Casa Menotti il 13 febbraio, l’oscurità ci avvolge ma luci sapientemente sparse nel terrazzo accendono i volti di una luce diversa, suggestiva.
Siamo accesi e palpitanti nei dialoghi densi e metafisici.
Nell’aria colma di emozioni si coglie il sorriso sfuggito ad un ricordo. Le pause evitano a volte le parole per un improvviso pudore a confessare le poesie più nascoste.
E tutto sembra volare leggero nell’aria che ancora raggela per l’inverno ma sfida a scrutare nel buio alla ricerca di un battito d’ali.
Che urli o sussurri: “È già primavera!”!
Mi resterà nel cuore il ricordo suggestivo di queste giornate di poesia!
Tutti insieme mentre scendeva la sera nella famosa terrazza di Menotti che ci stringeva in un abbraccio di parole ed emozioni!
Ringrazio Vera Ambra di questa bella ed indimenticabile tappa del Viaggio per le vie dell’Arte nella splendida Spoleto che ci ha regalato una mattinata di sole incredibile, nonostante le pessime previsioni.
Ed una serata di grande coinvolgimento emotivo, con le poesie, le testimonianze dei poeti di Akkuaria!
Ad ogni lettura di poesia un composto e partecipe silenzio fino al caloroso applauso.
E per ogni poeta nuove frecce di poesia!
Sarà stata la scelta giusta dei poeti, sarà che eravamo sconosciuti gli uni agli altri, sarà che tutto sembrava nuovo eppure era tutto antico, prezioso, avvolto dall’atmosfera delle grandi intese.
Tra sconosciuti fino ad un’ora prima.
E poi sul limitare della confessione un fiorire di battiti di cuore, uno svelarsi insieme, un volersi dimostrare affetto e fratellanza.
Un piccolo miracolo di poesia a Casa Menotti.
Dove gli occhi si sono accesi di nuovi guizzi ed ardori, dove la pudicizia del sentimento raccontato è diventato estro vigoroso e melodia senza fine.
Dove la donna poeta ha cantato l’amore per il suo uomo senza limitare il canto ma lasciandolo libero nell’aria incantata della piazza.
Piazza del Duomo : una visione che diventa realtà e cangia il suo messaggio secondo la luce che lo inonda.
Splendido, fiero, pulito al mattino.
Raccolto, intimo, quasi timoroso al calar della sera.
E lo splendore fiabesco della notte, una notte piena di voci, di fantasmi, di sogni, di lacci che chiudono la porta del reale ed aprono le vie dell’immaginazione ad oltranza.
Così San Valentino a Spoleto quest’anno si è vestito di poesia. Di nuovo e per sempre.
Perché è indimenticabile questo incontro con il cuore in mano.
Così a poco a poco i poeti si sono liberati delle angosce, del limite della propria identità ed hanno cantato la poesia, la melodia della poesia , che ha cacciato le tenebre, i dolori, l’inverno ed
ha vestito di nuovo Valentino.
Uno strano San Valentino che cantando l’amore ha raccontato la gioia e la sofferenza del poeta, che ha toccato le corde più intime di chi si cimenta a fare poesia.
Anch’io volevo leggere una poesia d’amore ma poi Augusta Romoli, giunta da Firenze, mi ha chiesto con passione la lettura di una poesia lunga sui poeti. “La torretta dei poeti” pubblicata nel mio saggio “L’illimite” – Incontro con Corrado Calabrò, pubblicato lo scorso anno da Aracne.
Mi è sembrata una richiesta giusta , anche per stringerci più vicini in una comunicazione totale.
Attraverso la mia voce, ed i miei versi, ho sentito la voce di tutti quelli seduti sotto la luce che illumina l’Angelo di Casa Menotti.
Un grande angelo che dalla parete sembra scendere a proteggerci. Si rifletteva sulla vetrata del terrazzo, un angelo in tutto il suo splendore tra le foglie di edera che lo accarezzano. E intorno a quel riflesso il buio totale della notte. Ad un certo punto abbiamo pensato che quella luce provenisse dagli occhi dell’Angelo.
Ci è piaciuto credere a questa favola, abbandonarci di nuovo al sogno.
Sentire, nell’aria della sera, la carezza della primavera è stato facile dopo giornate di versi, d’amore, di sogni.
Si avvertivano promesse e progetti vibrare nella piazza, quasi l’inizio di una nuova stagione. E non era solo primavera!
Anna Manna Clementi