Con Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni, regia di Arturo Cirillo
Sempre attuale il dramma di Tennesse Williams degli anni 50, allo stesso teatro dove debuttò nel ’58, e che ricorda il famoso film, interpretato da Liz Tylor e Paul Newman.
Siamo in un interno di famiglia americana, in casa di un anziano industriale che festeggia il suo compleanno con i due figli e relative famiglie. Mentre un figlio arriva con moglie e 5 bambini, la tragedia sembra prevalere nella seconda coppia, dove il giovane Brick con le stampelle, alcolizzato e depresso, respinge la moglie, la bella Maggie, che tenta di condurlo all’amore e alla ragione. Il dramma si consuma mentre si apprende della malattia irreversibile del vecchio e, in un bellissimo e commovente colloquio di confidenze tra padre a figlio si portano in luce ferite nascoste e profonde. I sottintesi, la vergogna dell’omosessualità, l’ipocrisia, i sensi nascosti di colpa vengono a galla .E’ così che alla fine la “gatta” Maggie, con la rivelazione improvvisa, di una sua maternità, vince con una bugia costruttiva. E la trama dell’avidità, dell’inganno in cui il fratello e la cognata volevano sbarazzarsi di Erik viene svelata.
E’ nell’interno delle famiglie che si consumano i più foschi drammi. Ma l’amore di Maggie, la sua decisione di amare a ogni costo il marito e di salvarlo, l’alleanza tra padre e figlio hanno la meglio su tutto. Splendida interprete la Puccini che rivela le sue doti di attrice teatrale, vera gatta che scotta, e di Vinicio Marchioni, che interpreta benissimo il ruolo del problematico Erick.
E il dramma termina con la vittoria della vita sulla morte. Un dramma che fa riflettere e coinvolge per la sua intensità, per le tematiche quanto mai attuali e autentiche, per la sete di bellezza e di veri sentimenti.
serena accàscina