Il paese, l’infanzia, il poetare, i ricordi, i primi amori, i sogni di sempre, cantati, decantati, perdono ogni aura consolatoria, se mai l’avevano avuta, anche perché le difficoltà della vita hanno smorzato e disatteso ogni incanto della memoria. Accanto a questo intendimento si è propensi a ipotizzare anche una variazione di temi, argomenti, contenuti, proiettando lo sguardo oltre i familiari orizzonti del paese, dell’infanzia, della memoria, del mare: né terra né mare ma cielo: sciolto da ogni concreto legame spazio-temporale. In alcuni componimenti si coglie un senso panico, borgesiano, di immedesimazione, anzi, di identificazione con la natura: essere foglia, essere zolla, essere vento.
Calogero Restivo, insegnante in pensione. Giovanissimo ha iniziato a scrivere poesie ma ha dovuto interrompere ogni esperienza letteraria per lunghissimo tempo. Negli ultimi tempi iniziato a pubblicare le raccolte delle poesie giovanili, seguite dalla nuova produzione.
Ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Sue poesie figurano in molte antologie, tra cui quella del premio internazionale di poesia e narrativa Fortunato Pasqualino.
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