CarissimaVera,
Mi pare di aver scritto l’altro ieri la lettera di ringraziamento dell’anno scorso, il tempo è passato così in fretta, nonostante le cose cambino lentamente, rimanendo, a volte, uguali a se stesse. Purtroppo quest’anno non ho potuto riunire il Festival della Filosofia di Modena con quello del Buk Festival di Catania – ma ho goduto pienamente dei miei tre giorni “di fuga”, immergendomi nelle sensazioni suscitate dall’incontro con voi, in una Catania di fine settembre, con una temperatura minima di 34 gradi all’ombra, in una città piena di ritmo e rumorosa, allo stesso tempo rilassante e per niente caotica. In un bar appartato sulla via principale, la via Etnea, con la voglia di fare niente, sorseggiando una granita di cioccolato e bevendo l’ennesimo succo di frutta, mi sono messa ad osservare la gente che passeggiava. Mi ero proposta di scrivere una specie di diario, però i colori di Catania non erano mai stati così belli, il cielo così azzurro chiaro, gli oleandri – una folta cascata di rosa attorniati dal verde delle piante mediterranee nel giardino del Duomo – così l’emozione per la felicità di essere presente davanti tutta questa bellezza è stata più forte. Il vento di scirocco mi giocherellava intorno in un magico vortice, ed io di nuovo sedotta da Catania, includendo nel quadro anche i suoi difetti. Tutto per me rappresentava un dono, un regalo “regale”, e ho voluto goderlo senza parole scritte, immobile, felice. Forse c’è qualche segreto che mi lega alle strade di Catania, alla sua gente, e a te, cara Vera, che sai muovere i fili dei tuoi akkuariani con tanta maestria. Non chiedo di più e non chiedo di meno.
Il Palazzo Platamone, dove si svolgeva la seconda edizione del Festival della piccola e media editoria, il Buk catanese, stravolto dal sole e dal caldo, non mi ha fatto quel grande effetto dell’anno scorso. Nelle ore pomeridiane c’era poca gente, pochi espositori, con meno avvenimenti e meno personaggi illustri. Con il calare della sera, sempre con un caldo infernale, lo spazio si è riempito di visitatori e il pubblico, parzialmente attratto dalla mondanità, dai concerti e dagli spettacoli serali, ha iniziato a curiosare tra gli stand di libri. L’onnipresente Francesco Zarzana, palermitano residente a Modena, organizzatore del Buk modenese e catanese, si muoveva leggero e sorridente da un lato all’altro, pienamente soddisfatto per come andavano le cose. Il banchetto di Akkuaria strabordava di nuovi libri, suscitando grande interesse soprattutto dopo la presentazione degli autori. Il concerto inaugurale del venerdì, eseguito dall’Ensamble Belliniano, l’ho saltato per la stanchezza dovuta al viaggio, ma ho presenziato attentamente all’inaugurazione del Buk durante la presentazione akkuariana dell’antologia Memorie e testimonianze dal fronte (1915-1945). L’interessante collana, curata da Erberto Accinni, “La storia vista con altri occhi” ha dominato la mattinata di domenica con le memorie di due giovanissimi marinai: Federico Accinni, padre di Eriberto, ed Emilio Ambra, padre di Vera. Due testimonianze a confronto che, secondo le teorie dello storico Tenenti, hanno saputo rappresentare una storia vera, vista con gli occhi dell’uomo e non con l’ottica falasata dal potere tipica dei vincitori.
La domenica mattina è stata interamente dedicata agli scrittori di Akkuaria che si sono presentati in tanti, con nomi nuovi o già conosciuti. Tutta quella voglia di creare mi è parsa come un fiume in piena. Abbinato a brevi filmati (book trailer d’autore), un esile testo ha rimandato le nostre sensazioni ai film di WimWenders su Pina Bausch. Durante l’anteprima della premiazione del Concorso Internazionale Antonio Corsaro, lo storico poeta di Akkuaria, Antonio Ragone, ha fatto un bel discorso, raffinato e profondo, sulla necessità dell’uomo di coltivare la poesia. “La Poesia è soprattutto un segreto carpito e svelato al mondo con l’inquietudine di non sentirsi in grado di spiegarlo fino in fondo”. Ne ho goduto in pieno la bellissima poesia d’amore e di passione di Beatrice Gradassa (Passion rouge), il grido sincero di Tanino Platania (...E starmene li’), la raffinata sensibilità di Daniele Brinzaglia (Ho cancellato il tuo profumo). La Poesia rimane un mistero. Ed anche una necessità.
Poi, in privato, su un terrazzo catanese che dominava la città, ho conosciuto delle persone squisite e piene di talento. Attorniati dalle statue quasi volanti delle chiese barocche, abbiamo ammirato il luccichio del mare notturno non tanto lontano e la sagoma illuminata di un’enorme nave felliniana. Abbiamo recitato le nostre fugaci poesie ed ascoltato un bellissimo poema in dialetto siciliano dedicato a questa terra.
Grazie Vera di avermi ridato la voce e conservato la nostra amicizia, grazie Daniele per la tua bellissima poesia su Belgrado, grazie Antonio per i tuoi bei pensieri sulla poesia e per i nostri discorsi su Sergio Endrigo, grazie ad Erberto Accinni, curatore della collana “La storia vista con altri occhi” (quelli veri) e al tuo amico milanese con cui ho potuto parlare di Spalato e delle rocce marine della mia infanzia. Grazie alla signora che mi ha baciato salutandoci con l’augurio di conoscerci meglio la prossima volta. E grazie a tutti gli altri che mi hanno arricchito i ricordi di Catania.
Vera, alla prossima!
Modena 22. 09. 2015.