Si è concluso cn il monologo di Katia Vitale il format d’intrattenimento proposto da “LiberoSpazio” ideato e condotto da Alice Ferlito una rassegna teatrale che anche quest’anno si è swvolta sul palco del Glamour Cafè, di via Carcaci, 11, Catania.
Accompagnata dai musicisti: Fabio Sciacca e Carlo Puglisi, L’attrice Katia Vitale, ha dato vita a un monologo che vede come protagonista Caterina: una donna siciliana che cerca di far tacere i forti impulsi che arrivano dal suo stomaco, costretto, negli anni, ad accumulare innumerevoli emozioni non esplicabili in quanto pericolose.
Lo stomaco, però, ha una pretesa: “Caterina deve raccontare, ogni giorno, tutti gli eventi della sua vita che l’hanno indotta al dovuto silenzio, altrimenti esso scalcia.”
La poveretta, costretta a questa penitenza, in chiave comica, ironica e sarcastica, fa un excursus della sua vita: dalle elementari fino al primo giorno di lavoro.
Durante il racconto Caterina fa una netta distinzione tra pensiero collettivo e pensiero individuale.
Si chiede: “Perché l’uomo ha dei pensieri individuali totalmente diversi da quelli che esprime all’interno della collettività?”
Lo stomaco, però, ha una pretesa: “Caterina deve raccontare, ogni giorno, tutti gli eventi della sua vita che l’hanno indotta al dovuto silenzio, altrimenti esso scalcia.”
La poveretta, costretta a questa penitenza, in chiave comica, ironica e sarcastica, fa un excursus della sua vita: dalle elementari fino al primo giorno di lavoro.
Durante il racconto Caterina fa una netta distinzione tra pensiero collettivo e pensiero individuale.
Si chiede: “Perché l’uomo ha dei pensieri individuali totalmente diversi da quelli che esprime all’interno della collettività?”
KATIA VITALE: nata a Comiso il 5 Settembre 1976. Lascia Ragusa all’età di vent’ anni per andare a studiare a Perugia Scienze Politiche. Ma nella sua vita entra prepotente la passione per il teatro: lascia la città di Perugia per andare a Roma. Studia per tre anni nella prestigiosa scuola di recitazione di Beatrice Bracco, metodo Stanislaskhj, contemporaneamente fa un corso di sceneggiatura con l’argentino Guillermo Estban Glanc.
Nel 2001 debutta a Roma come attrice protagonista nel dramma di San Giovanni di Dio, diretto da Michele Murgiano e partecipa al mediometraggio di Vittorio Messina “Miserere”.
Nel 2001 debutta a Roma come attrice protagonista nel dramma di San Giovanni di Dio, diretto da Michele Murgiano e partecipa al mediometraggio di Vittorio Messina “Miserere”.
Nel 2002 viene scelta per uno spettacolo diretto da Vincent Schiavelli “Cc’era na vota” tratto dalle novelle di Antonio Borgese. Sempre nello stesso anno partecipa come attrice a due puntate di “Invisibili” trasmissione messa in onda su italia uno. Nel 2003 partecipa al video musicale di Max Gazzè “Annina”.
Da Roma si trasferisce in Sicilia in un delizioso paesino sulle Madonie: Polizzi Generosa, soggiorno che dura sei anni. Nel 2005 è in scena per “La Macchina dei Sogni” di Mimmo Cuticchio che cura la regia del Don Chisciotte de la Mancia, Katia Vitale veste i panni di Sancio Panza. In quel periodo la scrittura prende il sopravvento, scrive per il teatro e mette in scena la sua prima opera “L’invidia di Assuntina” al Montevergine di Palermo per un festival teatrale curato da Alfio Scuderi.
Nel 2006 crea L’associazione culturale ‘A Cuccagna con sede a Polizzi Generosa.
Nello stesso anno insieme al musicista Roberto Terranova crea dei corsi di recitazione, coinvolgendo i ragazzi locali per i quali scrive e dirige tre spettacoli: “Bruccolino/Polizzi” dedicato al fenomeno dell’emigrazione, “I sette Vizi siciliani” dedicato alle pericolose deviazioni del popolo siciliano e “Una vita in fumo”.
Katia Vitale sceglie il dialetto siciliano come lingua dei suoi testi stimolando i ragazzi a riconoscerne l’importanza.
Nel 2006 un suo racconto “La signora ha rimesso il cappello” viene pubblicato nell’Edizione Arianna, a cura di Arianna Attinasi. La prima lettura avviene al teatro libero di Palermo, vista la grande approvazione decide di trarne un cortometraggio “La signora ha rimesso il cappello.” Proiettato all’Auditorium della Rai di Palermo.
L’ispirazione più grande dei suoi scritti è la Sicilia e il popolo siciliano.
Nel 2009 durante un viaggio a New York decide di raccogliere più testimonianze possibili delle varie comunità siciliane esistenti nella grande mela. Raccoglie ben quattordici ore di girato e solo nel 2011 decide di crearne un documentario “I resti di Nuova York”. Selezionato come documentario online al festival di Bellaria.
Nel 2009 decide di rientrare a Roma e, per la prima volta, scrive un testo teatrale in italiano “Le vere facce delle donne” che la rivede sul palco come attrice insieme a Bianca Nappi, firmandone la regia. Il testo, se dal un lato, è stato molto apprezzato dal pubblico, dall’altro era poco apprezzato dalla stessa autrice, malgrado fosse stato selezionato da Pietro Dattola nella rassegna teatrale “Dove come e quando” all’interno del teatro dell’Orologio a Roma e in una seconda rassegna teatrale allo spazio uno di Roma, portato con successo anche a Trani.
Tornando al suo amato dialetto e alla sua amata e odiata “Sicilia” si dedica a una nuova “E’ truoppu amara sta terra duci” presentato a Roma alla Casa internazionale delle donne, a Guidonia e inserito all’interno dell’organizzazione Osa di Giovanni Cavaliere. “Orientamento per lo spettacolo.”
“E’ truoppu amara sta terra duci” nel 2013 va nuovamente in scena a Roma all’interno del FESTIVAL FRINGE. Il testo è stato selezionato tra le ventisette compagnie partecipanti dal quotidiano “Il Messaggero”, ottenendo un buon riscontro pubblicitario.
Nell’Agosto del 2013 Katia Vitale sceglie di trascorrere un periodo a Ragusa, periodo in cui partecipa al Solstizio d’inverno di Antonio Presti con un nuovo scritto “La crisi nobilita l’uomo”, sempre quell’anno va in scena al circolo Lebowski di Ragusa, con lo spettacolo “Zittiti”, scritto, diretto e interpretato dalla stessa Katia Vitale.
Anno 2014 Katia Vitale decide di dedicarsi interamente a due obbiettivi: “Scrivere la sua prima sceneggiatura cinematografica conclusa il 29 Gennaio del 2015 dal titolo “L’invidia” e, attraverso la sua associazione culturale ‘A Cuccagna, intende creare un circuito per i turisti con il progetto “Oltre al Barocco”. I due lavori dovrebbero vedere la loro realizzazione nel corrente anno”.
Anno 2015 “Zittiti” approda al TMO, teatro Medit
Da Roma si trasferisce in Sicilia in un delizioso paesino sulle Madonie: Polizzi Generosa, soggiorno che dura sei anni. Nel 2005 è in scena per “La Macchina dei Sogni” di Mimmo Cuticchio che cura la regia del Don Chisciotte de la Mancia, Katia Vitale veste i panni di Sancio Panza. In quel periodo la scrittura prende il sopravvento, scrive per il teatro e mette in scena la sua prima opera “L’invidia di Assuntina” al Montevergine di Palermo per un festival teatrale curato da Alfio Scuderi.
Nel 2006 crea L’associazione culturale ‘A Cuccagna con sede a Polizzi Generosa.
Nello stesso anno insieme al musicista Roberto Terranova crea dei corsi di recitazione, coinvolgendo i ragazzi locali per i quali scrive e dirige tre spettacoli: “Bruccolino/Polizzi” dedicato al fenomeno dell’emigrazione, “I sette Vizi siciliani” dedicato alle pericolose deviazioni del popolo siciliano e “Una vita in fumo”.
Katia Vitale sceglie il dialetto siciliano come lingua dei suoi testi stimolando i ragazzi a riconoscerne l’importanza.
Nel 2006 un suo racconto “La signora ha rimesso il cappello” viene pubblicato nell’Edizione Arianna, a cura di Arianna Attinasi. La prima lettura avviene al teatro libero di Palermo, vista la grande approvazione decide di trarne un cortometraggio “La signora ha rimesso il cappello.” Proiettato all’Auditorium della Rai di Palermo.
L’ispirazione più grande dei suoi scritti è la Sicilia e il popolo siciliano.
Nel 2009 durante un viaggio a New York decide di raccogliere più testimonianze possibili delle varie comunità siciliane esistenti nella grande mela. Raccoglie ben quattordici ore di girato e solo nel 2011 decide di crearne un documentario “I resti di Nuova York”. Selezionato come documentario online al festival di Bellaria.
Nel 2009 decide di rientrare a Roma e, per la prima volta, scrive un testo teatrale in italiano “Le vere facce delle donne” che la rivede sul palco come attrice insieme a Bianca Nappi, firmandone la regia. Il testo, se dal un lato, è stato molto apprezzato dal pubblico, dall’altro era poco apprezzato dalla stessa autrice, malgrado fosse stato selezionato da Pietro Dattola nella rassegna teatrale “Dove come e quando” all’interno del teatro dell’Orologio a Roma e in una seconda rassegna teatrale allo spazio uno di Roma, portato con successo anche a Trani.
Tornando al suo amato dialetto e alla sua amata e odiata “Sicilia” si dedica a una nuova “E’ truoppu amara sta terra duci” presentato a Roma alla Casa internazionale delle donne, a Guidonia e inserito all’interno dell’organizzazione Osa di Giovanni Cavaliere. “Orientamento per lo spettacolo.”
“E’ truoppu amara sta terra duci” nel 2013 va nuovamente in scena a Roma all’interno del FESTIVAL FRINGE. Il testo è stato selezionato tra le ventisette compagnie partecipanti dal quotidiano “Il Messaggero”, ottenendo un buon riscontro pubblicitario.
Nell’Agosto del 2013 Katia Vitale sceglie di trascorrere un periodo a Ragusa, periodo in cui partecipa al Solstizio d’inverno di Antonio Presti con un nuovo scritto “La crisi nobilita l’uomo”, sempre quell’anno va in scena al circolo Lebowski di Ragusa, con lo spettacolo “Zittiti”, scritto, diretto e interpretato dalla stessa Katia Vitale.
Anno 2014 Katia Vitale decide di dedicarsi interamente a due obbiettivi: “Scrivere la sua prima sceneggiatura cinematografica conclusa il 29 Gennaio del 2015 dal titolo “L’invidia” e, attraverso la sua associazione culturale ‘A Cuccagna, intende creare un circuito per i turisti con il progetto “Oltre al Barocco”. I due lavori dovrebbero vedere la loro realizzazione nel corrente anno”.
Anno 2015 “Zittiti” approda al TMO, teatro Medit