La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda, e come la si ricorda per raccontarla. All’insegna di questo pensiero di Gabriel Garcia Marquez, venerdì scorso (6 marzo), giorno dell’88esimo compleanno dello scrittore colombiano scomparso lo scorso anno, si è tenuto nelle sale del Museo Emilio Greco di Catania, l’incontro per la presentazione dell’opera prima di Mariano Campo, una raccolta di racconti dal titolo “Con l’inchiostro dei vostri occhi” (Akkuaria Edizioni, marzo 2015).
Nato come un “cadeaux” per i propri figli, Arianna e Giovanni, ai quali consegnare una serie di ricordi personali e di famiglia, il volumetto di Campo, responsabile dell’Ufficio stampa dell’Università e direttore di Radio Zammù – come ha ricordato il giornalista Nicola Savoca, autore della prefazione – si presenta come una sorta di “diario di bordo”, una collazione di “corti” letterari composti nell’arco di vent’anni che vivono di vita propria ma che hanno la forza di comporre, insieme, “un unico affresco corale dove trovano posto i ricordi di amori in bilico, amicizie stabili e affetti granitici”.
La memoria richiamata da Marquez, quindi, anche in questo caso è stata impulso primario per il cuore e la penna, che – infrante le paratie del pudore – hanno osato tentare di mettere ordine tra le centinaia di sogni della propria gioventù, seguendo la voglia irrefrenabile – ha aggiunto Savoca – di ripercorrere e presentare questi tranci di vita, alcuni dei quali sono stati mirabilmente scanditi per il folto pubblico dalle letture dell’attore Alberto Bonavia, introdotto – all’insegna della più poetica sicilianità – da un brano di Rosa Balistreri (Cu ti lu dissi) eseguito dalla cantante Cinzia Sciuto.
“Ho creduto in questo libro – ha spiegato l’editrice Vera Ambra, che ne ha inserito la presentazione all’interno della manifestazione “Viaggio tra le vie dell’arte 2015” – perché vi ho riscontrato una scrittura di qualità, che riesce a trasmettere emozioni e a ricostruire in maniera intrigante alcune situazioni particolari”. “Si tratta di un esordio in punta di piedi – ha aggiunto Savoca -, che va accolto però con attenzione e incoraggiato, un’opera intrisa dell’amore verso i figli e al tempo stesso che esprime riconoscenza nei confronti di tutto ciò che di prezioso ci hanno lasciato le figure chiave della nostra vita, esaltando la specialità che possiedono le persone normali”
Articolo apparso su La Sicilia del 9 marzo