La stagione lirica del teatro Massimo di Catania viene inaugurata con Anna Bolena di Donizetti. Opera che manca dal 1979.
Un libretto che possiamo definire statico. Costruito per quadri da Felice Romani ove non compare tanto un’azione diretta, piuttosto uno scontro di sentimenti e stati d’animo. Emergono una Anna consapevole di quanto le è costata al sua ambizione. Umiliata e vilipesa da un marito che vuole credere nel suo adulterio per poterla consegnare al boia. I sensi di colpa di una donna debole quale la dama di compagnia Giovanna Seymur, futura sposa, ci appaiono in certi tratti fallaci. Infine l’inutile amore di Percy e la passione del paggio che la porterà alla morte insieme agli altri. Un adulterio o una congiura? L’unico momento di vera azione si trova proprio nella scena della scoperta del presunto tradimento di Anna.
Se tali tratti vengono dipinti con dei colori scuri o eccessivamente sgargianti, l’opera rischia di essere un fallimento.
Forse è quello che è accaduto per le sue prime rappresentazioni. l’opera non sempre ha incontrato il favore del pubblico alle sue prime rappresentazioni. Esalta il pubblico a Vienna, Parigi e Londra, un fiasco a Genova e viene accolta freddamente alla Scala.
Una scelta coraggiosa dunque per i motivi sopra esposti.
Evidentemente la direzione artistica sapeva di poter porre la fiducia su un cast di artisti di buon livello.
La protagonista Rachele Stanisci seppur con un impegno altalenante ha dimostrato un’ottima presenza scenica. Enrico VIII è reso ottimamente dal basso Dario Russo che ha saputo ben sottolineare la spietatezza del suo personaggio. La coprotagonista Giovanna Seymour è magistralmente interpretata da Josè Maria Lo Monaco, evidenziando proficuamente tutti i tratti belcantistici offerti dall’autore. Emanuele Cordaro nel ruolo di Lord Rocheford, Giulio Pelligra nel ruolo Riccardo Percy e Nidia Palalacios, personaggio en travesti, nel ruolo del paggio della Regina hanno arricchito la rappresentazione con le loro prestazioni.
Buona anche la resa del coro diretto dal giovane maestro Gaetano Costa.
L’orchestra diretta dal Maestro Antonio Pirolli è abbastanza limpida ed equilibrata con il cantato.
Perdoniamo infine l’allestimento essenziale dovuto alla regia di Marco Carniti dovuto molto probabilmente alle ristrettezze economiche in cui versa il teatro.
Alessandro Scardaci