Beppe Fiorello al teatro Manzoni ricorda Modugno e sulle ali delle sue canzoni ripensa e racconta la propria infanzia e adolescenza in Sicilia, facendo rivivere episodi e personaggi, dai buffi ai drammatici, che interpreta con magistrale bravura.
È centrale la figura del padre, che incoraggia il timido bambino che lui era, della nonna, dei cugini, dei personaggi tipici, delle feste paesane; si vedono poi i meravigliosi paesaggi e i problemi di una terra lontana e amatissima, proprio come la canzone di Modugno. (“amara terra mia, amara e bella”).
Il padre di Beppe, personaggio sempre allegro e amante del canto e del ballo, viene ricordato anche nella sua morte improvvisa e imprevista, una sera di carnevale.
E mentre si dipana il filo del racconto, si ascoltano le canzoni di Modugno, cantate con voce stupenda da Beppe e suonate da due musicisti dal vivo, intanto appaiono le installazioni video su paesaggi e personaggi .È una sorta di intreccio bellissimo tra le due vite, la sua e quella del grande Modugno, che con “Volare” divenne famoso in tutto il mondo – dagli Usa alla Russia – vincendo prestigiosi premi e portando la canzone italiana alle vette della fama. Nello spettacolo ci sono momenti comici e drammatici, ma sempre la musica accompagna tutto.
Infine il pubblico, completamente coinvolto, chiede ancora un’altra canzone, ed è così che tutti cantano il ritornello di “Vecchio frack” e naturalmente di “Volare”.
Ottima la regia di Solari, e anche bravi i due chitarristi .La simpatia, anzi il carisma di Beppe si rivela in questa prova che lo vede grande cantante e attore nello stesso tempo.
Serena accàscina