CATANIA – Il Premio Bellini d’Oro, promosso e organizzato dalla Società Catanese degli Amici della Musica, ha incoronato quest’anno due stelle della scena lirica internazionale, il mezzosoprano Daniela Barcellona e il tenore John Osborn, che hanno conquistato il folto pubblico fino alla trascinante standing ovation finale, suggellando una serata di intense emozioni, musicali ma non solo. Hanno infatti assistito al concerto e alla premiazione anche i precari che da quasi un mese stanziano sul tetto del Teatro Bellini, che ha fatto da splendida cornice all’evento. Dopo un’esibizione da manuale, i due premiati e il direttore d’orchestra Alessandro Vitiello hanno indirizzato ai lavoratori parole di alta solidarietà, sottolineando il ruolo e il valore del melodramma nella cultura italiana.
Si è conclusa così, nel trionfo del belcanto, una soirée musicale che continua a fare onore alla città e al suo genius loci, forte di una tradizione che lo rende il più antico riconoscimento istituito in Italia in onore di un musicista, vantando ben ventinove edizioni, quarantasei anni di storia, sessanta premiati.
Fiore all’occhiello della programmazione della Società Catanese Amici della Musica, affidata alla conduzione del presidente Giuseppe Montemagno e della vicepresidente Caterina Andò, la cerimonia di consegna del Premio ha avuto luogo, come si è detto, nella sede più consona, lo scrigno dorato del Teatro Massimo Bellini di Catania, che ha fornito la propria fattiva collaborazione e messo a disposizione le maestranze artistiche e tecniche, grazie alla sensibilità del presidente del Cda, il Sindaco Enzo Bianco, e della sovrintendente, Rita Gari Cinquegrana. Per la prima volta, la manifestazione è stata dunque ospitata nell’ambito del Bellini Festival, grazie all’accordo con il Teatro voluto dallo stesso sindaco Bianco e che vede Enrico Castiglione responsabile artistico delle manifestazioni belliniane.
Preludio alla consegna dell’ambito riconoscimento è stato il concerto sinfonico-corale che ha visto la partecipazione, insieme ai due artisti premiati, dell’Orchestra e del Coro del Teatro Massimo Bellini, la prima diretta dalla bacchetta di Alessandro Vitiello, il secondo guidato da Gaetano Costa.
Autentica, vibrante festa della musica nel segno del Cigno, la locandina della serata si è aperta e conclusa nel segno del capolavoro belliniano, Norma, del quale sono stati proposti ampi estratti; ma ha proposto anche pagine, tra le più celebri, tratte da Nabucco e Il trovatore di Giuseppe Verdi, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea.
L’albo d’oro, in cui quest’anno sono stati iscritti i nomi di Daniela Barcellona e John Osborn, vanta presenze tra le più autorevoli della storia dell’interpretazione belliniana: da Montserrat Caballé a Joan Sutherland, da Edita Gruberova a Cecilia Bartoli, da Luciano Pavarotti a Giuseppe Di Stefano, da Vittorio Gui a Gianandrea Gavazzeni a Riccardo Muti.
In questa tradizione di eccellenza perfettamente si collocano gli artisti premiati quest’anno. Nata a Trieste ma di origini siciliane, Daniela Barcellona da un ventennio figura come presenza di riferimento del panorama internazionale, in un repertorio che spazia dal periodo barocco al tardo Ottocento. Personalità eclettica, già insignita del Rossini d’oro nel 2002, il mezzosoprano ha esaltato la scultorea eleganza neoclassica del personaggio di Romeo, nei Capuleti e i Montecchi belliniani, interpretandoli a Las Palmas, Lima e Bilbao come all’Opéra di Parigi e al Festival di Salisburgo; ed è stata appassionata, trascinante Adalgisa in Norma da Palermo a Tel Aviv, da Macerata al Regio di Parma, dove ha cantato la prima esecuzione della nuova edizione, curata sulle fonti originali da Maurizio Biondi.
Arriva invece dall’Iowa il tenore statunitense John Osborn, nel 1994 giovanissimo vincitore delle audizioni del Metropolitan di New York, da cui ha spiccato il volo per una brillante carriera internazionale. Osborn privilegia il primo Ottocento italiano e francese: per la sua interpretazione dell’Otello di Rossini ha appena ricevuto l’International Opera Award 2013 per la migliore produzione d’opera dell’anno. Le opere di Bellini occupano un posto di primo piano nel suo repertorio, sin da quando, nel 2009, ha debuttato Arturo Talbo nei Puritani alla Nederlandse Opera; della stessa opera ha poi affrontato a St. Louis la versione per due tenori, interpretando questa volta il ruolo di Riccardo Forth. Ma è con Norma che Osborn ha fornito un contributo degno di nota, restituendo a Pollione la vocalità di tenore contraltino, propria del primo interprete, Domenico Donzelli. La sua interpretazione al Festival di Salisburgo, al fianco del talento ulcerante di Cecilia Bartoli, ha acceso un dibattito – tuttora aperto – sulla corretta prassi esecutiva dell’opera: un dibattito al quale il Premio Bellini d’oro intende così dare il proprio contributo.
Per questo il Premio, che dal 1968 viene assegnato a personalità di spicco della scena lirica, è diventato momento di osservazione privilegiato sulla lezione e sull’esegesi belliniana, declinata sui palcoscenici del mondo intero.
Si è conclusa così, nel trionfo del belcanto, una soirée musicale che continua a fare onore alla città e al suo genius loci, forte di una tradizione che lo rende il più antico riconoscimento istituito in Italia in onore di un musicista, vantando ben ventinove edizioni, quarantasei anni di storia, sessanta premiati.
Fiore all’occhiello della programmazione della Società Catanese Amici della Musica, affidata alla conduzione del presidente Giuseppe Montemagno e della vicepresidente Caterina Andò, la cerimonia di consegna del Premio ha avuto luogo, come si è detto, nella sede più consona, lo scrigno dorato del Teatro Massimo Bellini di Catania, che ha fornito la propria fattiva collaborazione e messo a disposizione le maestranze artistiche e tecniche, grazie alla sensibilità del presidente del Cda, il Sindaco Enzo Bianco, e della sovrintendente, Rita Gari Cinquegrana. Per la prima volta, la manifestazione è stata dunque ospitata nell’ambito del Bellini Festival, grazie all’accordo con il Teatro voluto dallo stesso sindaco Bianco e che vede Enrico Castiglione responsabile artistico delle manifestazioni belliniane.
Preludio alla consegna dell’ambito riconoscimento è stato il concerto sinfonico-corale che ha visto la partecipazione, insieme ai due artisti premiati, dell’Orchestra e del Coro del Teatro Massimo Bellini, la prima diretta dalla bacchetta di Alessandro Vitiello, il secondo guidato da Gaetano Costa.
Autentica, vibrante festa della musica nel segno del Cigno, la locandina della serata si è aperta e conclusa nel segno del capolavoro belliniano, Norma, del quale sono stati proposti ampi estratti; ma ha proposto anche pagine, tra le più celebri, tratte da Nabucco e Il trovatore di Giuseppe Verdi, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea.
L’albo d’oro, in cui quest’anno sono stati iscritti i nomi di Daniela Barcellona e John Osborn, vanta presenze tra le più autorevoli della storia dell’interpretazione belliniana: da Montserrat Caballé a Joan Sutherland, da Edita Gruberova a Cecilia Bartoli, da Luciano Pavarotti a Giuseppe Di Stefano, da Vittorio Gui a Gianandrea Gavazzeni a Riccardo Muti.
In questa tradizione di eccellenza perfettamente si collocano gli artisti premiati quest’anno. Nata a Trieste ma di origini siciliane, Daniela Barcellona da un ventennio figura come presenza di riferimento del panorama internazionale, in un repertorio che spazia dal periodo barocco al tardo Ottocento. Personalità eclettica, già insignita del Rossini d’oro nel 2002, il mezzosoprano ha esaltato la scultorea eleganza neoclassica del personaggio di Romeo, nei Capuleti e i Montecchi belliniani, interpretandoli a Las Palmas, Lima e Bilbao come all’Opéra di Parigi e al Festival di Salisburgo; ed è stata appassionata, trascinante Adalgisa in Norma da Palermo a Tel Aviv, da Macerata al Regio di Parma, dove ha cantato la prima esecuzione della nuova edizione, curata sulle fonti originali da Maurizio Biondi.
Arriva invece dall’Iowa il tenore statunitense John Osborn, nel 1994 giovanissimo vincitore delle audizioni del Metropolitan di New York, da cui ha spiccato il volo per una brillante carriera internazionale. Osborn privilegia il primo Ottocento italiano e francese: per la sua interpretazione dell’Otello di Rossini ha appena ricevuto l’International Opera Award 2013 per la migliore produzione d’opera dell’anno. Le opere di Bellini occupano un posto di primo piano nel suo repertorio, sin da quando, nel 2009, ha debuttato Arturo Talbo nei Puritani alla Nederlandse Opera; della stessa opera ha poi affrontato a St. Louis la versione per due tenori, interpretando questa volta il ruolo di Riccardo Forth. Ma è con Norma che Osborn ha fornito un contributo degno di nota, restituendo a Pollione la vocalità di tenore contraltino, propria del primo interprete, Domenico Donzelli. La sua interpretazione al Festival di Salisburgo, al fianco del talento ulcerante di Cecilia Bartoli, ha acceso un dibattito – tuttora aperto – sulla corretta prassi esecutiva dell’opera: un dibattito al quale il Premio Bellini d’oro intende così dare il proprio contributo.
Per questo il Premio, che dal 1968 viene assegnato a personalità di spicco della scena lirica, è diventato momento di osservazione privilegiato sulla lezione e sull’esegesi belliniana, declinata sui palcoscenici del mondo intero.
Nella foto: da sx: Giuseppe Montemagno e Caterina Andò (rispettivamente presidente e vicepresidente della Società Catanese Amici della Musica),
il tenore John Osborn, Rita Gari Cinquegrana (sovrintendente del Teatro Massimo Bellini), Enrico Castiglione (direttore artistico del Bellini Festival), il mezzosoprano Daniela Barcellona.
il tenore John Osborn, Rita Gari Cinquegrana (sovrintendente del Teatro Massimo Bellini), Enrico Castiglione (direttore artistico del Bellini Festival), il mezzosoprano Daniela Barcellona.
(Foto di Giacomo Orlando)