Nel novembre del 1943, in concomitanza con l’inizio della guerra di Liberazione, nascono a Milano i “GDD”, Gruppi di difesa della donna”. Vengono considerati la più grande organizzazione femminile degli anni 1943-1945, fondata sull’unità delle donne al di là di discriminazioni sociali, politiche e religiose. Organizzano scioperi contro i nazifascisti; creano una rete di assistenza alle famiglie dei deportati, incarcerati e caduti; propagandano la resistenza e partecipano quotidianamente a sabotaggi nelle fabbriche che producono materiale di guerra; realizzano azioni di boicottaggio nelle scuole, nelle campagne, contro la consegna di viveri all’ammasso.
Nel ’44, proprio in questi giorni, in una Roma già liberata e ad esperienza pressoché conclusa, in un incontro nazionale le maggiori dirigenti dei Gruppi di Difesa della Donna decidono di dare vita all’Unione Donne italiane, iniziando a preparare il suo congresso fondativo che si svolgerà a Firenze il 20 ottobre 1945, sei mesi dopo la liberazione dell’Italia intera. Immediatamente si registra una massiccia adesione.
Fin da subito l’UDI, presente su tutto il territorio nazionale, è impegnata nella ricostruzione del dopoguerra, nel sostegno a donne e bambini in difficoltà; nella conservazione della pace contro la guerra e la bomba atomica; nella conquista del diritto al voto, del lavoro, dello studio e… tante altre conquiste per raggiungere una vera emancipazione femminile. Insomma, nei suoi settant’anni di attività l’UDI è protagonista delle più importanti battaglie per la conquista di leggi che danno diritto di cittadinanza e di parità alle donne.
In quegli anni organo d’informazione dell’UDI è la rivista “Noi donne” che nasce in Francia nel ’37 da donne antifasciste esuli a Parigi e rinasce proprio nel 1944 in Italia. A metà tra il foglio politico e il settimanale con le rubriche di ricette e di moda, nei primi anni ’50 la rivista vende 20mila copie. È su queste pagine che le operaie e le ragazze organizzano le iniziative per l’8 Marzo; scoprono delle lotte delle braccianti al Sud, colgono il mondo che si sta trasformando.
Memoria e documentazione di questi settant’anni sono gelosamente conservati negli archi dell’UDI, patrimoni messi a disposizione di cittadine e cittadini, studentesse/i e studiose/i a cui interessa una storia di donne che difficilmente si trova nei testi scolastici.
UDI, Unione Donne in Italia