: come ha cambiato il modo d’essere e di pensare?
Internet vuol dire guardare oggi il Mondo come un disegno organicamente complesso. Per questo motivo essere ben “rappresentati” in rete significa innanzi tutto proporsi in un ruolo essenziale nel processo di crescita sociale dell’intera popolazione d’intrnauti. Per far sì che questo avvenga serve spiccare un gran salto di qualità: creare nuovi dialoghi e capire quali sono i tempi e le modalità in cui indirizzarsi.
Per questo motivo bisogna non solo guardare le nuove e rilevanti risorse produttive e professionali ma proporre nuovi strumenti di “conoscenza” capaci di confrontare misure culturali e finanziarie, il tutto in un atto concreto che serve a incrociare le esperienze di tutti in un reciproco vantaggio.
Non si può pretendere oggi di “pensare”- in termini d’Internet – di “promozione dello sviluppo economico o di promozione dell’occupazione” senza prima porre le basi di una solida e forte divulgazione di quella “cultura” che caratterizza e individualizza il senso di appartenenza.
La cultura di un popolo non solo nasce dalla consapevolezza delle proprie forze ma è il risultato di quell’esperienza che diventa poi patrimonio comune. I nostri costumi, i modi di pensare, il vivere civile e sociale sono stati attraversati nel giro di pochi anni da trasformazioni talmente profonde che non ci hanno permesso, materialmente, di assecondare il normale ciclo di crescita, ma non sempre dai cambiamenti scaturiscono risultati soddisfacenti. Allora che cosa fare?
A maggior ragione oggi occorre pubblicare informazioni che siano percepibili e comprensibili.
Internet è un motivo in più per chi si avvicina al mondo dell’informazione. Per questo l’informazione deve cercare di rendersi interprete per sintonizzarsi con l’utenza e i particolare con i giovani. Del resto non è facile perdersi nelle maglie di pagine che comunicano informazione su tutto, e non è detto che quel “tutto” è attendibile.
Chi è intenzionato a diffondere “informazione” deve essere dotato di non solo di una responsabilità culturale, di senso critico e di quella capacità interlocutrice atta ad intraprendere sentieri di comunicazione completamente nuova. Infatti, ci si può rendere completamente sensibile e attenti a cogliere i fermenti innovatori. Innanzi tutto occorre interpretarli e a non tradire l’originalità di un pensiero circolare che solo alla fine può fornire prova di saldare insieme il mondo delle idee con quello dell’informazione.
Chi s’avvicina a questo “mondo” si sente meravigliosamente attratto e non può fare a meno di dare il personale assenso alle innumerevoli iniziative che ogni giorno di più si avviano in un’articolazione dello specifico culturale.
Internet non ha confini ma catalizzare un’area di interessi specifici serve innanzi tutto a dare spazio e voce alla creatività. Dall’arte alla cultura, dalla società alla medicina e tutto ciò che fa “notizia” è vagliato, raccolto, organizzato, dato in lettura.
Trovarsi all’interno di una comunità significa oggi “liberarsi” da situazioni in cui spesso ci si costringe ad aggirarsi in percorsi sconosciuti poiché la validità o la sicurezza del non disperdersi è un fatto prettamente importante.
Abbassare le barriere utopiche di confini, al di qua o al di la dello stesso confine, la “propria cultura” può essere, e lo sarà di certo, l’unico polo d’aggregazione nell’universo umano.
Oggi la cultura non deve fare più i conti con certe istituzioni ottuse. Oggi sono le istituzioni stesse che in gran parte stanno svolgendo un ruolo più che di stimolo. Internet sotto questo profilo elude quel “concedere con scarsa imparzialità e secondo criteri discriminanti” in cui le stesse strutture in passato si sono fortemente penalizzati.
Oggi il mondo delle idee e della progettazione deve essere dato in mano a gente capace di pensare e progettare. Questi sono i veri importanti momenti di confronto che, là dove si realizzano, rivelano un’estrema utilità ai fini di un’elevazione dei diversi linguaggi artistici.
È palese sottolineare che la Comunità virtuale non ha mire egemoniche, dunque, vuol essere un mondo che si muove attraverso la disponibilità e si “apre” sempre più a quelle esperienze che negli anni passati si sono disperse e trascurate o sopraffatte da altri interessi.
Vera Ambra