L’idea di questo strano viaggio è nata dal desiderio di “sparlare” di quei compagni di lavoro, viventi e trapassati, per i cui pregi e difetti sono rimasti indelebili nei miei ricordi. Insomma un semplice curtigghiari è stata la spinta a farmi mettere all’opera e che ha avuto anche il merito di tenermi occupato nei momenti di stasi e di solitudine che oggi mi appaga poiché mi ripresenta quei personaggi che un tempo ebbero importanza durante la vita lavorativa nelle Ferrovie.
Fu così che, attingendo nelle reminiscenze scolastiche (Dante, Platone, teorie della metempsicosi, ecc.), ho pensato di descrivere un viaggio nell’oltretomba da vivo. Idea, quest’ultima, non nuova ma lo scopo era di costruire un canovaccio da seguire per mettere a fuoco concetti acquisiti durante il periodo scolastico.
Immaginai di immettermi nell’aldilà, non come quello descritto da Dante: Inferno, Purgatorio e Paradiso, ma come un unico corpo esistente avulso dalla vita terrena, attraverso il quale gli uomini sono costretti a transitare secondo la teoria della trasmigrazione delle anime detta “Metempsicosi”. Quando un uomo muore, la sua anima trasmigra in questo mondo, che è “iperuranio”, secondo la teoria platonica, e vi sosta quel tanto che si è meritato nella vita terrena per poi rinascere in un altro corpo. Dopo un altro ciclo di vita terrena ritorna nell’altro mondo fino a quando, raggiunta la perfezione, vi resterà in eterno a godere della visione di Dio, dei Santi. Ciò perché, appunto, ritengo l’aldilà il vero mondo reale di cui la vita terrena è semplicemente una brutta copia. Insomma è la teoria filosofica di Platone, le anime attraversano queste due realtà secondo, appunto, le teorie della metempsicosi delle anime.
L’idea che ho messo in atto non ha nulla a che vedere con la questione religiosa, che è quella descritta da Dante, e non coinvolge il mio credo cattolico. La questione vera di tale geografica ricostruzione della realtà quotidiana e dell’oltretomba è che tale finzione mi ha consentito di semplificare il lavoro che mi ero proposto d’affrontare.
L’idea primaria era quella di rivisitare l’intera opera di Dante ma mi sarei impelagato in un mondo troppo complicato per il suo contenuto filosofico e religioso. Ho preferito quindi ripiegare su un unico canto, che ho trovato più semplice e breve per dire le cose che intendevo esternare. Ciò premesso, chiarisco che Lu stranu viaggiu è una passeggiata nell’oltretomba, immaginata come un mondo parallelo a quello reale, ma migliore.
Lu stranu viaggiu
Opera in versi sciolti dialettali
L’idea di questo strano viaggio è nata dal desiderio di “sparlare” di quei compagni di lavoro, viventi e trapassati, per i cui pregi e difetti sono rimasti indelebili nei miei ricordi. Insomma un semplice curtigghiari è stata la spinta a farmi mettere all’opera e che ha avuto anche il merito di tenermi occupato nei momenti di stasi e di solitudine che oggi mi appaga poiché mi ripresenta quei personaggi che un tempo ebbero importanza durante la vita lavorativa nelle Ferrovie.
Fu così che, attingendo nelle reminiscenze scolastiche (Dante, Platone, teorie della metempsicosi, ecc.), ho pensato di descrivere un viaggio nell’oltretomba da vivo. Idea, quest’ultima, non nuova ma lo scopo era di costruire un canovaccio da seguire per mettere a fuoco concetti acquisiti durante il periodo scolastico.
Immaginai di immettermi nell’aldilà, non come quello descritto da Dante: Inferno, Purgatorio e Paradiso, ma come un unico corpo esistente avulso dalla vita terrena, attraverso il quale gli uomini sono costretti a transitare secondo la teoria della trasmigrazione delle anime detta “Metempsicosi”. Quando un uomo muore, la sua anima trasmigra in questo mondo, che è “iperuranio”, secondo la teoria platonica, e vi sosta quel tanto che si è meritato nella vita terrena per poi rinascere in un altro corpo. Dopo un altro ciclo di vita terrena ritorna nell’altro mondo fino a quando, raggiunta la perfezione, vi resterà in eterno a godere della visione di Dio, dei Santi. Ciò perché, appunto, ritengo l’aldilà il vero mondo reale di cui la vita terrena è semplicemente una brutta copia. Insomma è la teoria filosofica di Platone, le anime attraversano queste due realtà secondo, appunto, le teorie della metempsicosi delle anime.
L’idea che ho messo in atto non ha nulla a che vedere con la questione religiosa, che è quella descritta da Dante, e non coinvolge il mio credo cattolico. La questione vera di tale geografica ricostruzione della realtà quotidiana e dell’oltretomba è che tale finzione mi ha consentito di semplificare il lavoro che mi ero proposto d’affrontare.
L’idea primaria era quella di rivisitare l’intera opera di Dante ma mi sarei impelagato in un mondo troppo complicato per il suo contenuto filosofico e religioso. Ho preferito quindi ripiegare su un unico canto, che ho trovato più semplice e breve per dire le cose che intendevo esternare. Ciò premesso, chiarisco che Lu stranu viaggiu è una passeggiata nell’oltretomba, immaginata come un mondo parallelo a quello reale, ma migliore.