Associazionismo e volontariato, un impegno a sostegno della famiglia

Posted by on Feb 11th, 2014 and filed under Solidarietà. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Con il patrocinio della Città di Gela, presso la Chiesetta San Biagio, si è svolto il convegno “Associazionismo e volontariato, un impegno a sostegno della famiglia“, L’evento è stato organizzato dalla F.I.D.A.P.A. di Gela, in collaborazione con  le associazioni Akkuaria, Anterao e Genitori a Vita, ADIANTUM e il Dipartimento Affari Sociali del C.A.D. Catania.
A dare il benvenuto ai relatori e al numerosissimo pubblico presente, è la Prof.ssa Angela Incardona Sbirziola, Presidente F.I.D.A.P.A., la quale ha aperto i lavori del convegno. Con il suo incisivo intervento ha tenuto a precisare l’importanza di aprirsi e relazionarsi con altri sodalizi per sostenere, in primo luogo, il ruolo della Famiglia, oggigiorno messo a dura prova.
«È necessario che ci sia un impegno serio nella condivisione degli obiettivi comuni. Occorre innanzitutto promuovere nuove forme di progettualità per far sì che il tessuto associativo sul territorio possa crescere e migliorare in tempi piuttosto rapidi» sostiene la Prof.ssa Angela Incardona Sbirziola. «L’importante è delineare insieme le linee programmatiche di una “cultura associativa” efficace e in grado di dar vita a modelli efficienti di cittadinanza, non solo per i singoli cittadini ma anche per tutte quelle forme intermedie che prestano il loro operato a sostegno della famiglia e del sociale in genere».
Attualmente quello che è il punto d’incontro, fra pubblico e privato, è andato via via sostituendosi quasi del tutto ad auto-organizzazioni che operano volontariamente nella sfera del sociale e che, in base alla loro propria distinzione, si sta specializzando verso obiettivi più specifici. Difatti le future speranze progettuali dipenderanno dal fatto che sono sempre maggiori le associazioni che riescono a indirizzarsi verso obiettivi comuni, capaci di interagire e incidere su tutto il territorio nazionale.

«L’incremento esponenziale della crescita numerica di Associazioni, variegate e sempre più multiformi, sottolinea principalmente il fallimento di una “politica” che oggigiorno non è più in grado di difendere e tutelare né la collettività né l’ambiente in cui esse vivono» afferma Vera Ambra, Capo Dipartimento Affari Sociali del C.A.D. «Difatti sono i singoli cittadini, desiderosi di manifestare la propria volontà di risolvere certi problemi e attivandosi nel sociale cercano di affrontare e risolvere le tante difficoltà per sviluppare e raggiungere insieme quei fini naturali che non si possono ottenere da soli e da soli si danno le direttive nel perseguire le finalità di solidarietà, mettendo in atto progetti in grado di rispondere, quanto più possibile, ai bisogni della società contemporanea.  Le reti rappresentano una sorta di reddito nascosto che dà valore al reddito visibile costituito dal sostegno economico

Angela Agnello, Delegato per la Provincia di Caltanissetta dell’Associazione Akkuaria fa appello al “Piccolo Principe” l’opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry. Con la metafora della favola,  da sempre un efficace strumento di comunicazione, in modo efficace fa comprende come quella semplicità di cui abbiamo bisogno che ai nostri occhi diventa invisibile. Un modo incisivo per sottolineare che «nessun uomo è un’isola e nessun uomo oggi può affrontare le sfide del vivere senza una rete di sostegni. In questo senso di appartenere a qualcosa che ci rende capace di affrontare la vita. né il modo in cui – nel massimo splendore della comunicazione tecnologica – gli uomini tra loro non si ritrovano più. A volte basta poco per uscire dalla spirale distruttiva della rabbia, delle colpevolizzazioni, dello smarrimento da cui prendono vita conflitti che portano alla distruzione della famiglia.»

Ad approfondire quest’argomento è la dott.ssa Federica Guagliardo, Segretario Organizzativo Provinciale di Catania del C.A.D. Centri di Ascolto del Disagi Sociali. Psicologa e psicoterapeuta, è quotidianamente impegnata in un consultorio famigliare catanese. «La parola “disagio” anche se in apparenza suscita un riferimento negativo, essa contiene in sé un significato positivo “agio”, in qualche maniera porgersi con il giusto atteggiamento si può mettere in atto un buon risultato: è questa l’ottica operativa del CAD. e di chi vi lavora al proprio interno. Trarre ciò che di positivo può esserci o può nascere da un momento di difficoltà e di buio è il primo passo verso la trasformazione di sé. Molti disagi derivano dall’impossibilità di vedere se stessi e ciò che può migliorare la vita di ciascuno di noi. In questa società che costantemente ci fa vivere il senso dell’incertezza e della frammentazione è logico che le relazioni umane subisce gravi conseguenze, per questa ragione il CAD ha pensato ad un luogo che diventi un punto di riferimento per la famiglia. Attraverso la sinergia e l’armonia del lavoro di rete si potrà dare a tutti il diritto all’ascolto, con senso di umanità e professionalità
Ed è in questo senso, a fronte della gravità dei problemi, che tessere reti rende l’aiuto più efficace e sostenibile. Il percorso che situazioni di povertà e fragilità oramai hanno assunto una consistenza tale che è impensabile far fronte da soli. Il disagio sociale richiede una messa in comune dei saperi delle risorse e delle diverse competenze. Per questa ragione occorre connettersi sempre più con gli altri soggetti del welfare territoriale.
Andrea Poma, Consigliere Nazionale ADIANTUM, nonché Presidente dell’associazione Genitori a Vita, ha apportato un contributo brillante alla causa dei figli contesi e all’importanza della Bigenitorialità. «Sfatiamo il mito che quando una famiglia si sfascia, siano solo i figli a soffrire. I genitori, nel momento che iniziano un processo di separazione non sono minimamente consapevoli che presto verranno travolti da un sistema che fa acqua da tutte le parti».  Lo stesso Poma, punta il dito sui “tecnici” predisposti a dirimere le conflittualità genitoriali, spesso – per mancanza di preparazione e di etica – entrano a gamba tesa nelle vicende senza poi averne nemmeno una adeguata competenza. «L’ascolto del minore, le false accuse e non per ultimo l’applicazione errata della 54/2006 le tematiche che Andrea Poma ha trattato, l’inadeguatezza a certi interventi che lascia molto a desiderare, ma soprattutto la tempistica “secolare” con la quale le istituzioni intervengono».
A fronte delle poche risorse per il sociale, è importante che tutti i soggetti del welfare locale si coordinino in modo da evitare i rischi della frammentazione, ovvero la dispersione delle già scarse risorse esistenti; la sovrapposizione degli interventi, l’abbandono di situazione non considerate da nessuno, poiché giudicate di impossibile recupero.

«Abbiamo perso tutti il controllo della situazione, non ci sono più i ruoli nella famiglia» riferisce la dott.ssa Carla Russello psicologa e Presidente della neonata “Anterao” un’associazione che si occuperà a 360° delle problematiche sociali, «è come se si fosse infranto un “ecosistema” che funzionava benissimo, adesso non ci sono più i ruoli di genitori e figli, ognuno cerca di scavalcare l’altro in una sorta di cannibalismo gerarchico/famigliare. La famiglia è l’investimento più importante di un’intera Società, e se la famiglia non sta bene ad ammalarsi è l’intera Nazione, e i risultati di quanto sta accadendo oggi sono la piena dimostrazione

Il convegno ha trattato l’attuale situazione sociale della famiglia e dalla disamina degli interventi sono apparsi chiari gli obiettivi dell’incontro. Tra l’altro ha fornito spunti di riflessione per una maggiore consapevolezza delle problematiche. Un appuntamento dunque che, svestito di quell’accademismo che di solito veste di formalità questo genere d’incontri,  ha fatto sì che il pubblico abbia partecipato in maniera attenta e attiva allo svolgimento dei lavori.

Prima della conclusione dei lavori, Vera Ambra, che con perizia ha moderato gli interventi, ha ringraziato la prof.ssa Angela Incardona Sbirziola, Presidente della F.I.D.A.P.A., la dott.ssa Concetta Bennici Cafà, Segretaria della F.I.D.A.P.A. e tutte le fidapine di Gela per il loro fattivo e concreto impegno e anche a nome delle Associazioni che hanno preso parte all’evento, ha rinnovato la totale disponibilità per una collaborazione futura.

I relatori con l’occasione hanno ricevuto in dono, a ricordo, il gagliardetto, simbolo del club.
Ancora una volta la F.I.D.A.P.A. di Gela si è fatta portavoce di uno tra i tanti argomenti di scottante attualità, ma soprattutto ha voluto incoraggiare la figura del “volontario” come “facilitatore” di processi di “familiarizzazione”.

Maria Consoli

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