La sera del 21 novembre 2013, nella storica libreria Bocca di Milano, si è svolta la presentazione degli autori de “Il fantastico mondo del fantasy” per la casa editrice Akkuaria. Nonostante gli auspici per la serata non fossero dei migliori, una cappa di gelo era scesa su Milano, accompagnata da una cospicua cascata d’acqua, l’accoglienza calorosa ed amichevole del libraio Giorgio Lodetti e la piacevolezza delle conversazioni hanno riscaldato membra e cuori dei presenti. Nell’entrare nella splendida galleria Vittorio Emanuele l’ambiente “colto” e “mittleeuropeo” era tangibile e le aspettative non sono rimaste deluse nell’ammirare gli interni della prestigiosa libreria, la più antica d’Italia, ricca di opere d’arte e naturalmente di libri. Perfino la pavimentazione in lastre di vetro contenente numerosi capolavori di artisti provenienti dalle più disparate parti del mondo, dava l’idea di trovarsi in un museo in miniatura.
La serata è stata introdotta dallo scrittore saggista Alberto D’Anna, il quale, dopo una breve descrizione del genere fantasy, dalle sue radici più antiche nella letteratura epica fino agli autori di grido contemporanei, ha lasciato la parola alla giovanissima Sofia Celadon, prima classificata nell’ultima edizione del concorso Fantasy Way, col suo romanzo “Le Cronache di Remen”. L’autrice, appena sedicenne, ha descritto per sommi capi l’argomento del suo racconto, incentrato su una storia d’amore fra due giovani, ed è proprio l’amore, visto nella sua accezione più nobile ed elevata, che ha ispirato la Celadon per la sua narrazione. Alle domande del pubblico riguardo ai suoi gusti letterari e alla sua visione della vita, la giovane scrittrice ha manifestato un grande interesse per il fantastico, che le si addice per la purezza e semplicità di sentimenti, che da sempre pervadono questo genere di racconti, attributi che lei stessa condivide ed auspica, in un mondo di adolescenti ormai deprivati dal loro percorso naturale di crescita.
È stata poi la volta della scrittrice Ilaria Sandei, seconda classificata al medesimo concorso, con “I Misteri di Owland”, che ci ha parlato della sua passione per la scrittura risalente all’infanzia e delle metafore insite nel suo romanzo. Il protagonista, un adolescente che vive un rapporto conflittuale con sua madre, trovandosi catapultato in una città surreale popolata da animali meccanici, nella quale avvengono misteriose sparizioni che lui stesso dovrà risolvere, attua in realtà un percorso interiore che lo porterà a rivalutare la propria esistenza ed il proprio senso di inadeguatezza nei confronti della società e della sua famiglia in particolare. La Sandei, appena diciottenne, ha espresso le proprie idee e motivazioni con chiarezza e lucidità, catturando l’attenzione dei presenti, compreso il Lodetti, poco propenso ad apprezzare tale genere letterario.
L’autrice successiva, Sabrina Lagoteta, ha presentato il suo romanzo “Bridget O’Malley e i misteri di Rocksource”, terzo classificato al concorso Fantasy Way, che, come si evince facilmente dal titolo, abbandona i contenuti surreali dell’opera precedente, per ritornare al fantasy di tipo tradizionale d’impronta celtica, con tutti gli “accessori” del genere. Dopo aver ringraziato la libreria Bocca per farsi da portavoce agli autori esordienti e non supportati dalle grandi case editrici, la scrittrice ha motivato la propria scelta con il desiderio di riproporre la figura dell’eroe-buono portatore di alti valori, in contrasto con un universo di anti-eroi, per i quali l’aspetto fisico, o la costante presenza sui teleschermi, è motivo sufficiente per farli assurgere al ruolo di “opinionisti”. Personaggi di scarso spessore intellettuale, addirittura, diventano famosi per avere compiuto azioni disdicevoli. La Lagoteta ha paventato un desiderio, da parte della società contemporanea, di riappropriarsi di punti di riferimento, quali furono un Odisseo o una Antigone, che con la loro pietas costituirono un nuovo modo di essere eroi-umani. Infine la scrittrice romana ha parlato degli aspetti originali della propria opera, consistenti nell’approccio intimista per la delineazione dei personaggi e nell’impronta giallistica con la quale viene condotta la narrazione, destando l’interesse del pubblico con la promessa di una lettura ricca di suspence e colpi di scena.
L’ultimo autore di Akkuaria, ma solo in ordine di presentazione, Claudio Cerronis, ha concluso piacevolmente la serata con la descrizione della sua opera, “Concatenazioni”, una raccolta di racconti brevi, che l’autore stesso definisce surrealista più che fantasy. Il Cerronis ha animato la platea disquisendo sulle differenze fra i due generi e parlando di autori del calibro di Zavattini e Dino Buzzati, fino a sconfinare nel dadaismo. Lo scrittore pone l’accento sulla tecnica surrealista dell’irreale-logico, in pratica una situazione stravagante ed immaginifica, presa a pretesto per affrontare una serie di temi molto attuali e condivisibili. La discussione ha coinvolto il pubblico e gli autori presenti, i quali si sono scambiati amichevolmente opinioni e perplessità come nei migliori circoli letterari.
Solo il disponibile libraio è riuscito a concludere la serata, che altrimenti si sarebbe protratta ben oltre le 23.00, a dispetto del freddo esterno sempre più intenso e del silenzio calato sulla città.