Trascinante direzione del giovane e talentuoso Maestro, nonostante il clima di tensione dovuto alle proteste degli addetti ai lavori
Catania, 15 novembre. Che il tempio della musica e del teatro catanese fosse in piena crisi era già un fatto di dominio pubblico, ma nulla lasciava pensare a una situazione talmente compromessa. I dipendenti del teatro, gli artisti e le maestranze, infatti, da ben quattro mensilità non percepiscono gli stipendi arretrati. Si spera, quindi, siano vere le voci che vedono stanziata dall’assessorato regionale del turismo la cifra di 800.000 euro, in arrivo presso le casse del teatro: sicuramente insignificanti, rispetto ai 10 milioni originariamente destinati all’Ente, ma che di sicuro costituirebbero una valida boccata d’ossigeno. Fondi che ripianerebbero solo per un quindicesimo il bilancio e andrebbero a coprire solo una delle quattro mensilità arretrate.
Un sistema schiavo della burocrazia che ha messo con le spalle al muro una delle istituzioni storiche catanesi: i ritardi sono dovuti ai vincoli legati al patto di stabilità, e la necessità di una deroga si fa sempre più pressante, congiuntamente all’attivazione del C.d.A. A rischio, altrimenti, la programmazione della prossima stagione lirica. Evidentemente palese il clima di tensione già all’ingresso dell’imponente teatro, sulla facciata del quale sono stati appesi alcuni striscioni recanti scritte quali “Da mesi senza stipendi” e “Ridateci la nostra dignità”. Si invocano le dimissioni dell’assessore regionale al Turismo Michela Stancheris, del sovrintendente del Teatro Massimo Bellini di Catania, Rita Gari, e del commissario Alessandra Diliberto. Non sfuggono alle critiche anche il governatore Rosario Crocetta e il sindaco Enzo Bianco. Del resto, le vicende legate al teatro sono state abilmente camuffate e strumentalizzate, in quando si tratta di “contributi” e non di veri e propri “finanziamenti”. Un abile escamotage che maschera negligenze altrui. Ma la querelle diventa insostenibile soprattutto per i dipendenti, parte lesa, che non perdono occasione per manifestare il proprio disagio: a partire da un concerto improvvisato ai consueti interventi dei membri dell’orchestra, che precedono ogni rappresentazione. Ieri, invece, l’orchestra si è presentata in abiti casual, non per mancanza di rispetto verso l’amato pubblico ma a testimonianza della grave situazione economica in cui versano numerose famiglie. Teatro, però, letteralmente “chiuso dai politici ma aperto al pubblico”, come recita uno striscione: pubblico che, come sempre, si presenta numeroso e di così raro calore. Del resto, se le condizioni fossero diverse, non sarebbe utopico pensare a un terzo turno della stagione sinfonica. Perché è risaputo che i Catanesi amano e tengono al proprio teatro, “statement” provato dal sold out per i due turni della sinfonica. Ma, traducendo un famoso detto siciliano, sembra che in questo momento “più buio di mezzanotte non possa fare”.
Eccellente, intanto, il cartellone della stagione sinfonica 2013-2014 che ha preso il via venerdì 15 novembre e che offrirà un programma ricco di nomi di primo piano del concertismo internazionale. Ben sedici gli appuntamenti (10 concerti e 6 recital) che vedranno sul podio, a dirigere l’orchestra stabile del teatro, direttori di prestigio del calibro di Andrea Sanguineti, Jeffrey Tate, Yuri Termikanov, Andrea Battistoni, Nikos Athineos, Alevtina Ioffe, Gunter Neuhold, e il direttore artistico “di casa”, Xu Zhong. Poi solisti del calibro di Stefano Bollani, i violini di Ray Chen e Letizia Muñoz Moreno, i pianisti Janis Vakarelis, Alexei Volodin, Ilia Kim e Jan Lisiecki, senza dimenticare l’arpa di Marie-Pierre Langlamet e il Quartetto Armida. Trepidante attesa, invece, per Ludovico Einaudi, in veste di direttore e pianista (un po’ come Franco Battiato nella passata stagione). Incredibile anche il panorama di musiche selezionate: da Čajkovskij e Dvořák a Stravinsky e Prokof’ev, dai bicentenari Verdi e Wagner a Bach e Beethoven, passando per Bellini, Chopin, Gershwin, Mozart e Šostakovič. Senza trascurare il consueto apporto del coro diretto da Tiziana Carlini. Insomma, una magia che si protrarrà fino ai primi di giugno.
Il concerto sinfonico di apertura, proposto il 15 e il 16 novembre, ha visto protagonisti il giovane Maestro Andrea Sanguineti e la pianista Ilia Kim. Il Maestro, classe 1983, è uno dei fiori all’occhiello del panorama musicale tedesco e internazionale. Con un brillante curriculum, ha diretto la prestigiosa Straatsoper di Hannover ed è dal 2011 Primo Direttore Stabile e vice Direttore artistico del Mainfranken Theater a Wurzburg in Baviera. Nuovamente a Catania, dopo “Die Fledermaus”, in scena lo scorso maggio, si conferma ancora una volta all’altezza delle aspettative. Da molti considerato il nuove Kleiber, il Maestro ostenta sicurezza, mimica e gestualità invidiabili. Trascinante, ironico e con abilità di tocco, diverte e intrattiene il pubblico (al quale regala anche qualche bis) letteralmente stregato dalle sue movenze. Assoluto protagonista della serata e con un certo e brillante futuro davanti. Meritato, Chapeau! Ad maiora! Al suo fianco Ilia Kim, pianista coreana, ex enfant prodige e di incondizionato successo, si è esibita sui più importanti palcoscenici internazionali e al fianco delle principali orchestre. Certamente parte del merito dell’eccellente riuscita del concerto va, però, attribuito ai brani eseguiti. Ad aprire è Michail Glinka con l’ouverture di “Russlan e Ludmilla”, seguita da Pëtr Il’ič Čajkovskij con il Concerto n. 1 in si bem. min. per pianoforte e orchestra, op. 23. A chiudere, dopo i classici, è la Suite per orchestra di varietà di Dmitrij Šostakovič. La jazz-suite n. 2 offre brani coinvolgenti, il mix ideale di valzer, polka e danze ballabili. Per non parlare del “Valzer n. 2 in do min. e mi bem. magg.”, con un’esecuzione di assoluto pregio. Volto della nuova Unione Sovietica, Šostakovič si spoglia della censura del regime staliniano e mette in mostra il proprio ironico avanguardismo comunicativo con questa silloge in otto movimenti di carattere bandistico.
Un concerto da vivere e sentire interiormente… da alzarsi in piedi e ballare. Per sfatare il mito che “con la cultura non si mangia” (come ha ricordato recentemente qualche politico) e ricordare ai Catanesi (e a certi politici) che a Piazza Teatro c’è appunto un Teatro, non solo una piazza…
Marco Fallanca