La stagione lirica prosegue al Teatro Massimo Bellini con l’opera Stiffelio. Una scelta coraggiosa, poiché non si tratta di una delle migliori produzioni verdiane, al punto che il musicista Bussetano dopo la fredda accoglienza a Trieste decide di ritirarla per riscrivere quasi totalmente la partitura trasformandola in ‘Aroldo’.
Un allestimento ben curato, che è molto piaciuto al pubblico.
La regia di Ezio Donato è curata nel rispetto delle indicazioni del Piave. Il tema fondamentale del perdono è molto ben messo in evidenza in più parti fino alla sua catarsi che irrompe nel finale dell’opera. Le scene di Renzo Milan e Salvatore Tropea sono abbastanza funzionali dando ampio respiro ai movimenti scenici.
Come pure ottima è la combinazione delle luci di Salvatore Di Campo.
Roberto Iuliano è un ottimo Stiffelio, che, nonostante la difficoltà della parte ha saputo sostenere una linea di canto di buona fattura. Lo stesso si può dire della famosa Dimitra Theodossiou nel ruolo di Lina che ha incantato il pubblico nella preghiera “Ah dunque non v’ha in terra”.
Molto convincente Il basso Mario Luperi nel ruolo di Jorg, come pure Giuseppe Altomare nel ruolo di Stankar.
Abbastanza efficace la direzione dell’orchestra da parte del maestro Antonio Manuli.
Alessandro Scardaci
Foto Giacomo Orlando