Visitare il celebre quartiere residenziale di Londra ripercorrendo i passi di Hugh Grant e Julia Roberts nel capolavoro targato Richard Curtis
La strutturazione di questo itinerario è approntata come una guida pratica ai luoghi che hanno ospitato il memorabile set del film, nella speranza di facilitare il lavoro a qualsiasi cineamatore o appassionato di Notting Hill sì da potersi orientare e muoversi tra edifici, strade e indirizzi. La prima tappa, sorprendentemente al di fuori di Notting Hill, è il 150 sulla Piccadilly (facilmente raggiungibile con la tube di Green Park e le linee Jubilee, Piccadilly e Victoria). Cosa si trova qui? The Ritz ovviamente! Una piccola curiosità in merito: le riprese nell’atrio e nei corridoi dell’hotel sono state realizzate tra le due e le quattro di notte in modo da non risentire della presenza dei veri clienti. L’hotel, infatti, ha sempre adottato una politica abbastanza rigida riguardo i permessi per riprese interne ma, stavolta, a quanto pare, ha fatto un’eccezione senza precedenti… Per rimanere in campo alberghiero, altra sosta è d’obbligo al Savoy Hotel, al n.1 di Savoy Hill sulla Strand (tube di Charing Cross, linee Backerloo e Northern). Qui, nella scena cruciale del film, William “rincorre” Anna Scott nella Lancaster Room per convincerla a rimanere, rimediando, così, al proprio iniziale diniego. Infine, nel settore, l’Hempel Hotel, al 31-35 di Craven Hill Gardens (tube Paddington, line District, Circle, Bakerloo, City e Hammersmith). Presso il giardino Zen con la firma della designer Anouska Hempel è stata allestita la location chic del matrimonio tra Anna Scott e William Thacker, penultima scena del film.
Spostiamoci, quindi, con la Central, la District o la Circle line e giungiamo, finalmente, a Notting Hill, dove, appena usciti dall’underground, imboccando il varco di sinistra, troviamo, al 103, il Notting Hill Coronet. La struttura, eretta nel 1898, con tratti vagamente vittoriani, era in principio adibita a teatro. La reputazione del Coronet è sempre stata molto rispettabile, tanto che Re Edoardo VIII assistette a uno spettacolo e Sir John Gielgud vide qui per la prima volta una rappresentazione di Shakespeare (il teatro ospitò, per altro, anche illuminanti esibizioni di Irving). Pur proiettando film dal ’16, venne adibito a cinema a tempo pieno solo nel ‘23, conservando il tradizionale splendore. Hugh Grant, alias William, si reca qui per la visione di Helix, film fantascientifico di Anna Scott, e in occasione di un appuntamento con l’attrice al quale si presenta con una maschera da sub con lenti graduate.
Percorrendo Notting Hill Gate in direzione della stazione di Holland Park, giriamo a destra in Landsdowne Road. Voltando alla sesta di sinistra, troviamo i Rosmead Gardens, dove è stata girata la celebre scena del bacio dopo aver scavalcato il cancelletto d’ingresso. Espressione dei tradizionali giardinetti comunali, i Rosmead Gardens sono sovvenzionati dai residenti di Ladbroke Estate, e pertanto destinati a loro uso privato ed esclusivo, essendo i soli residenti a possederne le chiavi. Riguardo allo sgattaiolare al di là della cancellata, non pensateci nemmeno! Considerato il notevole dislivello della ringhiera con l’altra sponda, non è consigliabile imitare le imprese da scalatrice di Julia Roberts, non tralasciando il fatto che introdursi in questi giardini privati è da considerarsi illegale. Il circondario include anche i vicini Arundel e St. John’s Gardens.
Ultimato il giro di perlustrazione (dall’esterno), basta girare nuovamente a sinistra per Lansdowne Road e, al n.91, troviamo la casa di Max e Bella, dove William presenta agli amici la Scott in occasione della festa di compleanno della sorella Honey. La struttura si presenta come una delle folkloristiche terraced houses color pastello, con recente rifacimento della facciata in verde acqua e la tipica piazzola piastrellata antistante all’ingresso.
Continuando lungo Lansdowne Road, svoltando a sinistra su Ladbroke Road e nuovamente su Elgin Crescent, la seconda a destra dovrebbe essere Portobello Road. Set negli anni sessanta per i film di Bryan Forbes, Michael Caine, Mick Jagger e dei Beatles, la strada ha rappresentato al meglio il periodo Swing alla pari di Carnaby Street e King’s Road. Il primo appuntamento è al 142: qui non si trova alcun “Travel Bookshop Co.” ma è questo il luogo utilizzato nel film per l’ambientazione esterna della libreria di William. Ai tempi delle riprese vi era il negozio Nicholls Antique Arcade, in seguito l’antiquario Gong e, recentemente, un negozio di scarpe denominato appunto “Notting Hill”. La nuova gestione dell’esercizio ha ricreato un aspetto esterno sfacciatamente verosimile alla vetrina azzurra del film. Una o due porte più avanti, rispetto alla macelleria accanto al negozio, si trova, tra l’altro, un ufficio della casa di produzione di Curtis.
Qualche minuto di strada a piedi ed è possibile raggiungere facilmente il poco distante Electric Cinema, al 191 di Portobello Road. Questo è uno dei più vecchi cinema del Regno Unito, eretto come tale nel 1910, quando Portobello Road era una raffinata strada di negozi. Dall’epoca non ha subito grandi cambiamenti, conservando lo storico schermo in proporzioni 4×3. Dopo aver attraversato un periodo di decadenza negli anni ’60 e ’70, e dopo svariate cessioni, è stato riportato agli antichi sfarzi con poltrone di pelle, poggiapiedi e i tradizionali tavolinetti per cibo e vivande. Tra una poltrona e l’altra è sistemata un’abat-jour in perfetto stile retrò. Nel film è possibile ammirarne l’esterno durante la spavalda sequenza delle quattro stagioni. La realizzazione della scena, girata in un solo giorno, venne affidata alle società specializzate in effetti meteorologici Effect Associates e Snow Bussiness, che poi unificarono i quattro ciack al computer.
Tappa successiva nel nostro itinerario è, poco avanti, il n. 201, dove si trova, o meglio si trovava, il Saints Tattoo Parlour. Lo storico negozio di tatuaggi di Notting Hill ha, infatti, chiuso i battenti (notizia, tra l’altro, non riportata da alcuna guida “aggiornata” o sito web). Al nostro arrivo non abbiano trovato nulla… Da una chiacchierata con il nuovo proprietario abbiamo scoperto che il vecchio tatuatore, Marc Saint, si sta godendo la meritata pensione, avendo ceduto l’attività, tramutata in un negozio di abbigliamento giapponese. La memorabile effigie a tinte rosse sulla vetrina nera è stata coperta, ma intravedendosi ancora sul fondo. Il tatuaggio a Notting Hill non è, però, sparito del tutto: l’anziano tatuatore continua a fare qualche lavoretto nella mansarda in cui vive, alla quale si accede dalla porta nera sul fianco destro della nuova vetrina. All’inizio del film appare proprio la bottega del tatuaggio, con fuori un tizio che si è ubriacato e ora non ricorda perché si è fatto incidere “Sono pazzo di Ken”. Altro fenomeno tipico della zona i parrucchieri radicali, dove tutti quelli che escono sembrano una delle Spice Girl versione “i capelli sono miei e me li gestisco io”.
La vera fermata obbligata è il vero The Notting Hill Bookshop al 13-15 di Blenheim Crescent, traversa sulla sinistra dopo Elgin Crescent. In attività per oltre trent’anni, dal ’79 per l’esattezza, The Travel Bookshop, che ha ispirato il film, ha chiuso nel 2011, per poi essere soppiantato da una nuova libreria. Il ragazzo al banco, che mi ha aiutato a scegliere un libro, si è dimostrato gentile nel darmi qualche indicazione e suggerimento stradale, ma certo… l’idea di un librario Hugh Grant sarebbe stata più suggestiva! A meno di cento metri da qui si scorge Westbourne Park Road. Al 303, in quella che oggi è una semplice porticina chiusa, c’era la piccola caffetteria dove William acquista la spremuta d’arancia che poi riverserà addosso ad Anna Scott. A quel civico non c’è mai stato un coffee shop, ma, due porte accanto, oltre il barbiere, all’angolo tra Westbourne Park Road e Portobello Road si trova quello che un tempo era la proprietà sfitta davanti alla quale avviene il fortunoso incidente. Qui oggi sorge un Coffee Republic.
E, come nel film, giusto all’angolo opposto dell’incrocio si trova il 280. La casa dal portone blu, che William Thacker divide con Spike. La proprietà, un tempo di Richard Curtis, ha un valore superiore a £ 1,3 milioni. Quello che nel film viene fatto apparire come un malmesso monolocale vanta in realtà un ampio cortile interno con giardino e un ingresso di circa novantadue metri quadrati. Gli interni mostrati nel film, infatti, non sono altro che il frutto di riprese eseguite in uno studio cinematografico e pertanto, non mostrano alcuna somiglianza con ciò che si nasconde dietro il portone. Poco dopo il grande successo, la celebre porta fu rimossa e venduta all’asta per beneficenza per £20.000 dalla Christie’s Auction (si trova ora a Hope Cove, nel Devon), per poi essere rimpiazzata da una più anonima porta nera. Il proprietario ha scelto di cambiarne il colore per renderla meno individuabile e per mettere fine al pellegrinaggio finalizzato ad apporre il proprio autografo sul cimelio. Subito le proteste: apparvero scritte come “R.I.P. Blue door” o “This is the Hollywood door”. Poco tempo fa, però, una nuova porta blu è stata ripristinata al 280.
Proseguendo ancora oltre, in circa dieci minuti di strada, dopo aver superato il sottopassaggio Westway, si arriva all’estremità di Portobello Road. La prima a destra è, quindi, Golborne Road che incrocia con Bevington Road. Esattamente al n. 105 si trovava Portfolio, oggi semplicemente “cards and gift”, negozio di materiale artistico. Questa bottega angolare è la location scelta per il fallimentare ristorante di Tony, l’amico di William, dove Bernie arrangia al piano “Blue Moon” la sera della chiusura e dove William capisce, grazie all’aiuto degli amici, di aver sbagliato a rifiutare Anna Scott. Da qui parte l’inseguimento che si conclude alla Lancaster Room del Savoy. Ricordiamo che gli interni della casa di William, del ristorante e della libreria sono stati realizzati presso gli Ealing e Shepperton Studios.
Per la cena, durante la quale la Roberts dà il meglio di sè, è stato scelto il rinomato ristorante giapponese Nobu, presso il Metropolitan Hotel, al 19 di Old Park Lane (entrata all’angolo di Hertford Street), facilmente raggiungibile con la tube di Hyde Park Corner e la Piccadilly line (probabilmente, considerati i prezzi milionari del ristorante, se la carta di credito di qualcuno di voi ve ne consentirà una cena, potrete permettervi di sicuro un autista privato per gli spostamenti). Il sito delle riprese del film della Scott basato su Henry James è Kenwood House a Hampstead Lane (NW3), nel nord di Londra. Una sontuosa magione del diciottesimo secolo, realizzata da Robert Adam e appartenuta a Lord Mandfield, è stata acquistata negli anni ’20 da Lord Iveagh, magnate della birra Guinness. E’ possibile apprezzarne i meravigliosi giardini e la sontuosa galleria con dipinti di Turner, Vermeer, Reynolds e Rembrandt. Nonostante i problemi riscontrati in occasione della première di Titanic, la produzione riuscì in ventiquattr’ore e senza problemi a girare la scena finale del film presso l’UCI Empire di Leicester Square. La maggior parte dei lettori si starà chiedendo: e la panchina con l’iscrizione “Per Jude, che amava questo giardino, da Joseph, che le sedeva sempre accanto”? Mi dispiace deludervi, ma il sedile in questione si trova presso i Queens Gardens di Perth, in Australia Occidentale… Ma questo è un altro viaggio…
Desiderando condividere il mio profondo amore per la Big Smoke, trovo doveroso ringraziare alcune amiche. Maddalena e Gabriella per l’affetto, la disponibilità e il sostegno dimostatimi nel corso degli anni, unitamente a tutto quello che sono riuscite a trasmettermi. Un grazie anche a Maria, ruota indispensabile di un ingranaggio perfetto, per l’immensa sopportazione. Clelia, Titti e Roberta, persone meravigliose, simpaticissime e disponibilissime, che spero di incontrare anche nei prossimi viaggi. Infine, last but not least, Gaia, instancabile compagna di teatro, corse e di grande aiuto nella visita di Notting Hill, sperando che anche lei possa apprezzare il mio contributo.
Si conclude, così, il nostro itenerario, nella viva speranza che possa essere stato di gradimento e utilità al lettore, non solo come guida pratica alla storia e ai luoghi, ma anche per avergli fatto scoprire un suggestivo scorcio di una grande città.
Marco Fallanca
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